170 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Calcioscommesse: s’è costituito Ilievski, il capo degli ‘zingari’

Il capo del gruppo che, attraverso ricatti o complicità dei calciatori, è accusato d’aver creato una rete per manipolare le gare di A e B del calcio italiano s’è consegnato alle autorità italiane. E’ il personaggio centrale nell’inchiesta sul Calcioscommesse.
A cura di Maurizio De Santis
170 CONDIVISIONI
Immagine

La gola profonda del Scommesse, l'inchiesta che ha fatto tremare (e ancora scuote) Calcio italiano e Palazzo ha deciso di costituirsi e consegnarsi alle autorità italiane. All'aeroporto di Orio al Serio, gli agenti hanno preso in consegna Hristiyan Ilievski, latitante dal 2011, meglio conosciuto come il capo del gruppo degli ‘zingari' che – attraverso la promiscuità di traffici indiscriminati – manipolava gli esiti delle gare di A e B con la complicità dei calciatori. Nei suoi confronti era stata spiccata un'ordinanza del gip di Cremona, Guido Salvini, che lo ritiene centrale per arrivare al cuore di un sistema di potere ramificato e consolidato nel corso degli anni. Associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è questo il capo d'imputazione che gli viene contestato dal 2011 dal pm Roberto Di Martino, titolare dell'inchiesta, e nella giornata di domani verrà interrogato dagli inquirenti della Procura lombarda.

La rete dei contatti

La pista di carta e del denaro ha permesso agli inquirenti di ricostruire la fitta trama di contatti dell'organizzazione che da Singapore – centrale operativa della rete – decideva le sorti delle gare, le accomodava, le gestiva, le modulava a seconda delle puntate, tenendo in pugno risultati e interpreti dei campionati di A e di B. Dopo Almir Gecic, il numero due della cupola consegnatosi ai magistrati italiani nel 2012, adesso si attendono le rivelazioni di Ilievski: l'uomo che, secondo quanto raccontato dall'ex calciatore poi divenuto suo stretto collaboratore, "sa tutto, ha incontrato molti calciatori e poi i soldi erano i suoi".

Chi è Ilievski? Ex agente speciale della polizia macedone, per molti era semplicemente ‘lo sfregiato'. Soprannome che il colosso di 120 chili, alto quasi due metri, s'era visto affibbiare per la cicatrice sul volto rimediata durante la Guerra in Kosovo.

Come funzionava il meccanismo? L'ingranaggio era ben rodato: i giocatori erano avvicinati, corrotti oppure persuasi con le buone oppure le cattive maniere perché dicessero sì alla manipolazione delle partite. Venivano agganciati in tutta Italia, perfino in albergo oppure nei ritiri delle diverse squadre. Se tutti facevano la loro parte, se il piano andava a buon fine, allora i calciatori potevano incassare somme variabili a seconda della categoria e che andavano da un minimo di 50mila a un massimo di 200mila euro. Diversamente, quell'acconto dato come incentivo, doveva essere restituito.

170 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views