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Calcio shock, i 5 infortuni più brutti della storia del pallone

Dall’intervento di Keane che ‘spezzò’ la carriera di Haaland all’entrata killer di Andoni Goikoetxea su Maradona: è la carrellata dell’horror sul rettangolo verde.
A cura di Salvatore Parente
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Finale Coppa Italia Lazio-Inter

Gli infortuni così come le occasioni di gioco, le delusioni o le improvvise esplosioni di alcuni giovani calciatori fanno parte, in questo caso purtroppo, del gioco del calcio. Prendendo spunto dal fallo subito ieri da Bruno Peres in Roma-Milan e nel quale il brasiliano, dopo uno scontro con De Sciglio, è uscito dolorante dal campo (per lui esclusa la frattura della caviglia sinistra), parliamo dei 5 infortuni più “spettacolari” degli ultimi anni nel mondo del football.

Maradona e la caviglia a pezzi dopo Barça-Athletic Bilbao

“Posso tornare a giocare?”. Questa la domanda del Pibe de Oro Diego Armando Maradona, al termine della lunga operazione cui fu sottoposto nel settembre del 1983 per la ricostruzione della caviglia sinistra andata in frantumi in un delicato match casalingo contro i baschi del Bilbao. Il numero 10 argentino, falciato da dietro da Andoni Goikoetxea Olaskoaga, al termine di questo brutto incidente rimase fermo per ben 6 mesi con la perdita del 30% della mobilità del piede mancino che, poi, avrebbe sbalordito Napoli ed il mondo intero. Figuriamoci col 100% delle sue possibilità cosa avrebbe realizzato.

Larsson e quel calcio abbandonato per poco

Henrik Larrson, lo svedese più famoso del mondo del calcio, dopo Ibra, con 470 reti in carriera, ha rischiato nel 1999 di abbandonare il football per via di un bruttissimo incidente in campo.  Il 21 ottobre di quell’anno, infatti, il suo Celtic Glasgow affronta il Lione in una gara di Coppa UEFA (1-0 per i francesi). Dopo 10 minuti di gioco Larrson si scontra con il difensore francese Serge Blanc fratturandosi la gamba in due punti e riportando la rottura della tibia e del perone. Un episodio sciagurato che poteva porre fine, anche dopo i 10 mesi di stop, alla parabola calcistica di un fenomeno dei nostri tempi.

Il "fenomeno" Ronaldo e quell’urlo all’Olimpico

Luiz Nazario da Lima, per tutti Ronaldo ha subito tantissimi infortuni nel corso della sua straordinaria professione da “fenomeno”. Al di là dei piccoli acciacchi al tendine rotuleo destro, delle continue noie muscolari o dei guai al polpaccio, il triste episodio che è rimasto impresso nella memoria dei tifosi del gioco più bello del mondo è quello del 12 aprile del 2000 all’Olimpico. Ronaldo, fa il suo rientro in campo nella finale di Coppa Italia contro la Lazio dopo 6 mesi di stop. Lo stadio in piedi lo applaude, è una standing ovation travolgente, emozionante. La gioia per il ritorno però, dura solo pochi secondi, al primo tentativo di doppio passo, l’interista si lacera completamente il tendine operato: dolore, rabbia, lacrime e altri 6 mesi di stop.

Keane pose fine alla carriera di Haaland

Storie di antagonismo, di antisportività e di acredini tutte albioniche: Roy Keane vs Haaland. Nell’aprile del 2001, nel corso del derby di Manchester fra United e City (1-1 Sheringham e Howey) il mediano irlandese decide di vendicarsi di Haaland che, 3 anni prima in un Leeds-Man Utd, in uno scontro di gioco, gli aveva procurato un infortunio ai legamenti del ginocchio destro. Intervento da macellaio diretto sul ginocchio e knockout per il norvegese che, a seguito di questo brutto incidente, decide poi di abbandonare il calcio (salvo poi ritornare nel 2011 al Rosseland per 2 anni). Per il giocatore dello United inizialmente “solo” una squalifica di 3 turni e una multa di 5mila sterline, ma quando nella sua autobiografia ammise la intenzionalità del gesto, i turni salirono a 5 e la multa a 150 mila sterline.

Birmingham-Arsenal, Eduardo si rompe tibia e perone

L’attaccante brasiliano, ora in Ucraina con lo Shakhtar Donestk, nel settembre del 2008 in una gara di Premier contro il pugnace Birmingham fu ad un passo dall’addio al calcio a causa di uno sciagurato tackle dell’avversario Martin Taylor.  Il difensore, infatti, sbagliando il tempo dell’intervento, causò la frattura di tibia e perone e la dislocazione della caviglia al brasiliano naturalizzato croato impedendogli la partecipazione agli europei del 2008.

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