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Calcio, ecco la Serie A Tv targata Infront

Infront gestirà in proprio i diritti streaming della serie A. Online un anticipo del sabato alle 18, il lunch match delle 12,30 e una partita a scelta la domenica alle 15. La produzione è la stessa della regia internazionale. Ora le grandi torneranno a giocare al pomeriggio?
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Cresce la presa di Infront Italia sul campionato italiano. L’advisor che ha definito i pacchetti, supposto regista del “patto” Mediaset-Sky, ha annunciato la nascita di Serie A Tv. Il nome non inganni, non si tratta di un nuovo canale televisivo, ma di un’iniziativa per sfruttare il pacchetto E, i diritti internet, che Infront ha messo all’asta l’anno scorso per 108 milioni senza ricevere una sola offerta.

Pacchetto E – Il pacchetto prevede la trasmissione in streaming, anche sui tablet e i dispositivi mobili, di 114 partite, tre a settimana: un anticipo del sabato alle 18, il lunch match della domenica alle 12.30 e uno degli incontri delle 15, accompagnati da un pre- e da un post-partita. Questo non esclude, ci spiegano da Infront, che la Lega possa poi decidere di aggiungere alla diretta dei tre match degli altri contenuti di tipo più editoriale.

Produzione unica per tutti – Non ci sarà la doppia produzione rispetto a Mediaset Premium e Sky perché da quest’anno la Lega Calcio ha approvato il piano che rende Infront il regista ufficiale della serie A. Fino all’anno scorso, infatti, per la diffusione del segnale internazionale, diffuso a tutte le emittenti che hanno acquisito i diritti della serie A, erano fatti ruotare, per ciascuna giornata, sei registi Sky, tre Mediaset e uno indipendente. Da questa stagione se ne occuperà invece un pool di professionisti coordinati, secondo indiscrezioni, da Popi Bonnici. Alle singole emittenti, comunque, rimane l’autonomia nel confezionamento del prodotto: la scelta delle inquadrature, il montaggio, i replay, l’eventuale aggiunta di telecamere personalizzate, nei limiti consentiti dal regolamento della Lega Calcio, e le grafiche aggiunte in post-produzione. Una rivoluzione nell’aria già dallo scorso febbraio quando Adriano Galliani, principale alleato in lega di Infront, visti i legami antichi con Bogarelli che è stato tra i fondatori di Milan Channel e aveva commercializzato i diritti tv per l’estero prima dell’entrata in vigore della legge Melandri, aveva attaccato i registi Sky per il gol in presunto fuorigioco di Tevez contro i rossoneri. Dietro l’attacco strumentale, Galliani giocava una doppia partita: spostare l’asse del potere televisivo, che è anche potere economico e politico, di nuovo verso Milano e attaccare l’unico oppositore in Lega, insieme alla Roma, dell’asse Galliani-Lotito. Anche perché la Juventus è l’unica società, insieme al Napoli, che mantiene la responsabilità sull'infrastruttura per la produzione televisiva, ovvero sul cablaggio, sulle telecamere, sui cameramen. La divisione italiana di Infront, multinazionale presieduta dal nipote di Blatter acquistata dai cinesi di Wanda, il gruppo immobiliare guidato da Wang Jianlin, secondo uomo più ricco di Cina già proprietario del 20% delle quote dell'Atletico Madrid, si ritrova così nella posizione temuta da Andrea Agnelli. La società di Bogarelli, adesso, può “scrivere le regole, eseguirle e trarne anche i profitti”. Anche perché, oltre a curare per la Lega la commercializzazione dei diritt tv, Infront è partner commerciale di Milan, Inter, Lazio, Genoa, Sampdoria, Udinese, Cagliari e Palermo, di cui gestisce advertising e diritti marketing.

Telecom distributore? – L’obiettivo di Infront è allargare il target della serie A a quelle fasce di pubblico che normalmente non si abbonerebbero a una pay tv satellitare. Per questo, sono ancora in corso trattative con diversi distributori, e non è escluso che la diretta streaming delle partite del pacchetto E non possa essere offerta anche a Netflix quando arriverà in Italia a ottobre. La scelta più probabile, comunque, rimane Telecom, che ha già un accordo con Sky per offrire i contenuti della pay tv di Murdoch anche agli utenti che non possono installare la parabola, attraverso la propria rete ultraband. “L’accordo –dichiarava l’ad Marco Patuano- si inserisce nell’ambito della strategia di Telecom Italia che individua nell’offerta di contenuti premium un elemento di valorizzazione delle proprie infrastrutture di rete di nuova generazione. Siamo fortemente convinti, infatti, che uno dei principali driver del nostro business sia rappresentato dallo sviluppo dei servizi innovativi, in particolare nell’entertainment per il mercato consumer”. E in questa strategia, una diversificazione dell’offerta calcistica rivolta agli appassionati più occasionali della serie A potrebbe allargare ulteriormente il target tanto di Infront quanto di Telecom. Senza la scelta del partner strategico per la distribuzione, è impossibile al momento capire costi e modalità dell’offerta streaming targata Lega-Infront: se cioè verrà creato un sito ad hoc, sulla scia dell’esperienza di Sportube con il canale riservato alla Lega Pro, o saranno scelte strade diverse. E non è nemmeno sicuro se sarà mantenuto l’obiettivo di partire per la prima giornata di campionato, il 22 agosto.

I precedenti – La precedente esperienza della Lega nel doppio ruolo di gestore del campionato e di editore, la pay-tv Gioco Calcio, non è stata certo un successo. Certo, non si può paragonare uno streaming online slegato da flussi di palinsesto tradizionale alla creazione di un canale satellitare a pagamento, ma la breve vita del canale della Lega, progetto che l’anno scorso sembrava si potesse riproporre anche con il possibile interessamento di investitori stranieri, deve far riflettere. Allora, Gioco Calcio aveva illuso sei piccole squadre (Ancona, Brescia, Chievo, Empoli, Modena e Perugia) che non vedono mai i 54 milioni complessivi promessi e finiscono per accordarsi con Sky accontentandosi di molto meno. All’estero l’unica lega che ha tentato la strada del canale in proprio è la KNVB olandese che nel 2008 ha lanciato Eredivisie Live su cavo, satellite, digitale terrestre e IPTV. Il canale ha raggiunto il mezzo milione di abbonati, lontano però dal target previsto di 800 mila, e nel 2013, con decisione unanime da parte di tutte le squadre partecipanti, la lega l’ha venduto a Fox, che lo ha ridenominato FOX Sports Eredivisie nell’ambito di un contratto fino al 2025 che garantisce introiti più alti ai club.

Il futuro della serie A – L’ingresso diretto di Infront nel mercato complica la situazione da “guerra fredda” tra Mediaset e Sky a colpi di piccole e grandi esclusive, con la pay tv di Murdoch che ha perso la Champions League, le immagini degli spogliatoi e l’archivio delle big ma ha tolto a Premium il calcio internazionale riportando Fox Sports solo sul satellite. Una scelta cui Mediaset ha risposto trattando con Media Partners & Silva, dell’ex socio di Bogarelli, i diritti della Ligue 1 francese. Se l’iniziativa di Serie a Tv dovesse avere successo, quale posizione prenderà Infront in futuro? E la Lega continuerà a lasciare Infront il compito di disegnare pacchetti con la possibilità che vengano definiti pro domo sua? È questa la partita decisiva per il futuro degli assetti di potere che regolano il calcio italiano.

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