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Calcio di frontiera. I 5 stadi più brutti del mondo

Dal Cocodrilos Sports Park di Caracas fino al Nou Sardenya accerchiato dai palazzi, ecco alcuni degli impianti che non eccellono in architettura e progettazione.
A cura di Salvatore Parente
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Uno dei problemi atavici che attanagliano il nostro calcio è lo stadio. Di proprietà del comune o della società, da costruire o ristrutturare, da abbattere o semplicemente da gestire, il campo di casa è sempre una grande incognita, uno shakespeariano dilemma del nostro modo di gestire il pallone. Prendendo in esame i 5 campi da calcio più brutti del mondo però, le nostre difficoltà passano sicuramente in secondo piano.

Cocodrilos Sports Park

Il Cocodrilos Sports Park di Caracas si candida ad essere la struttura calcistica peggiore del mondo. Lo stadio, inaugurato solo 11 anni fa nel 2005, infatti, versa in una condizione davvero precaria con 3.700 posti (2.500 in tribuna e 1.200 sulle gradinate) a disposizione e la speranza, si legge sul sito dello stadio, di poterlo ampliare a 6.000 e successivamente a 15.000 posti.

Il Cocodrilos Sport Park
Il Cocodrilos Sport Park

Un campo secondario del Caracas Futbol Club ma che pur non ospitando i rossoneri della capitale venezuelana, è davvero “minimal” o, per meglio dire, spartano. Il Cocodrilos Sports Park, inoltre, ha due particolarità: la prima è quella di essere uno stadio multiuso (ci si gioca anche a baseball e basket) che non ha bisogno di recinzioni in quanto circondato da montagne che restituiscono i palloni e, la seconda, è quella di essere l’unico stadio, seppur bruttino, di proprietà del calcio venezuelano.

Il Mmabatho Stadium di Mahikeng

Nella città di Mahikeng fondata nel 1880 da mercenari inglesi nel nord del Sudafrica, esiste, dal 1981, uno stadio di rara bruttezza: il Mmabatho Stadium. Questa “arena” su progetto israeliano costruito ai tempi dell’apartheid è un campo multiuso da 59.000 posti a sedere e con una forma, a giudicare dalla foto, davvero sconcertante.

Il Mmabatho Stadium di Mahikeng in Sudafrica
Il Mmabatho Stadium di Mahikeng in Sudafrica

Un mix di rombi e “pedane” a mosaico davvero incredibili che, fra le altre cose, non sembrano garantire un’ottima visibilità allo sfortunato tifoso di questo abominevole catino. Una struttura di dubbio gusto che, per fortuna del calcio, non ha ospitato la recente rassegna mondiale nella terra di Mandela.

L'Estadio Bicentenario Chinquihue

Tutto sommato lo stadio municipale di Puerto Montt, nel nord del Cile, potrebbe onorare i crismi di un campo di tutto rispetto. Ristrutturato recentemente fra il 2009 ed il 2013, infatti, l’infrastruttura che ospita il Club Deportivo Puerto Montt (serie cadetta cilena) sembra un gioiellino dell’architettura moderna con le sue tribune coperte ed una capienza pari a 10.000 spettatori.

L'Estadio Bicentenario Chinquihue che ospita il CD Puerto Montt
L'Estadio Bicentenario Chinquihue che ospita il CD Puerto Montt

L’unico problema: saranno finiti i soldi oppure il progetto nasce proprio così, lo stadio è sprovvisto della quarta tribuna che chiuderebbe il campo, avendo uno squarcio all’altezza della linea mediana del terreno di gioco. Uno spazio aperto su di un lato e che si affaccia bene sulla strada che circonda lo stadio col pericolo, tutt’altro che peregrino, di smarrire una miriade di palloni.

Uno stadio a zig zag: Pobla de Mafumet

Nella quarta serie spagnola (la nostra Serie D) milita una compagine della Catalogna chiamata Pobla de Mafumet. La squadra rossonera, oltre a non aver una grande tradizione in termini di risultati sportivi, gioca in un campetto che da noi definiremmo di provincia, ristrutturato però, con nuovi spogliatoi ed erbetta sintetica nel 2007. Fin qui tutto normale se non che, le dimensioni del campo così come la sua forma, instabile ed irregolare, varia col mutare del perimetro stradale nel quale è disegnato.

Il Municipal Pobla de Mafumet nei pressi di Tarragona
Il Municipal Pobla de Mafumet nei pressi di Tarragona

Un compromesso architettonico davvero marchiano che, soprattutto sui corner, costringe i calciatori a non prendere parecchia rincorsa per non cozzare col muro circostante. Come non bastasse, il campo è stato selezionato come una delle sedi in cui si disputeranno le partite dei Giochi del Mediterraneo di Tarragona nel 2017.

Nou Sardenya accerchiato dai palazzi

Il Soccer Camp Nou, si avete letto bene Camp Nou, comunale Sardenya, noto anche come Nou Sardenya, dal nome della strada su cui lo stadio prende vita, è uno struttura calcistica della città di Barcellona. Il terreno di gioco, costruito nel 1940 e ristrutturato 3 anni dopo le Olimpiadi del 1992, è la sede dei biancoazzurri del Club Esportiu Europa (Tercera division spagnola). Il campo ha dimensioni pari a 100×63 metri ed è costituito da erba artificiale e può contenere più di 7000 spettatori, con una tribuna capace di accogliere un totale di 1000 persone.

Il "Camp Nou" de Sardenya a Barcellona
Il "Camp Nou" de Sardenya a Barcellona

Finanziato e ampliato nel 1943 grazie alla cessione al Barcellona di tal Antoni Ramallets, lo stadio negli anni è stato letteralmente “divorato” dalla esponenziale crescita della popolazione nell'area confinante, aumentata in particolare dopo la costruzione della tangenziale che ha poi, addirittura, costretto a distruggere parte degli impianti: quali tribune, spogliatoi e gli uffici del club. Insomma, una dieta improvvisa che ha costretto il club a snellirsi con la speranza che l'esplosione demografica non "uccida" il calcio: si salvi chi può.

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