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Calciatori e fobie. Cinque giocatori che hanno paura di volare

Dalle soluzioni alternative al rifiuto di volare ecco le storie di alcuni talenti del calcio che hanno avuto seri problemi con gli aerei.
A cura di Salvatore Parente
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L’aerofobia o aviofobia, ovvero la paura di volare, stando agli ultimi rilevamenti statistici colpirebbe il 50% degli italiani con una percentuale non di molto inferiore nel resto del mondo. Una cifra, questa, che tiene conto delle diverse gradazioni e sfumature di questo autentico terrore di cui soffrono tante, tantissime persone. Fra queste, anche calciatori di caratura internazionale e che, proprio di questo mezzo di trasporto, non potrebbero fare a meno per poter proseguire, con i diversi spostamenti ormai effettuati dalle squadre di tutto il mondo, con tempestività e puntualità la propria meravigliosa professione. Un timore davvero notevole che ha ostacolato carriere di grandissimi talenti del calcio mondiale e che ora andremo a ripercorrere.

Dennis Bergkamp, olandese (poco) volante

Quando si parla del binomio paura di volare e calciatori, l’esempio più celebre della storia recente del pallone ci porta inevitabilmente ad un nome ed un cognome: Dennis Bergkamp. L’attaccante olandese, infatti, ha avuto numerosi problemi durante la sua storia sportiva a causa di questa fobia nata, secondo la “leggenda”, per via di due precisi episodi. Il primo risale ai tempi delle giovanili dell’Ajax, quando l’estrosa seconda punta dei Lancieri durante una tournée delle varie academy europee fu testimone di una forte turbolenza all’altezza dell’Etna. Una esperienza traumatizzante che, da allora, compromise quasi del tutto la sua possibilità di salire su di un aereo, rifiuto poi divenuto perentorio e definitivo quando, mentre la nazionale olandese era in viaggio per Usa ’94, un giornalista, conoscendo la paura di Bergkamp, urlò scherzando “c’è una bomba a bordo”. Un episodio così terrificante da far firmare al ragazzo, nel 1995, un contratto con l’Arsenal con una postilla che lo esentava da trasferte troppo lunghe. Da lì il soprannome, un tantino indelicato, di “non-flying Dutchman” ovvero “olandese non volante” che poi, ironia della sorte, prima di ritirarsi salutò tutti nel nuovo stadio dei Gunners sponsorizzato da una nota compagnia aerea.

Bergkamp

Eraldo Pecci e le migliaia di km in auto

Fra i nomi di calciatori, anche del passato (Sivori come pure la bandiera dei Blancos Di Stefano), che hanno avuto grossi problemi con gli spostamenti in aereo troviamo Eraldo Pecci centrocampista di vari club di Serie A e B degli anni ’70 e ’80 e poi, commentatore tecnico della Nazionale per la Rai. L’ex mediano scuola Bologna, infatti, dopo un avvio di carriera priva di problemi sotto questo aspetto, al termine di una terribile esperienza in volo quando vestiva la maglia del Napoli nella stagione 1985/86, ha cancellato dalle opzioni di locomozione l’aereo. Tanto che, nel 1990, per seguire una partita internazionale fra Bielorussia e Italia, il riminese dovette affrontare un viaggio di 2.000 km per raggiungere la capitale Minsk.

Pecci

Giampiero Clemente, famoso per la fifa…di volare

Giampiero Clemente, attaccante conosciuto soprattutto negli ambienti che si occupano di Lega Pro e Serie D per via della sua lunghissima militanza in queste categorie, nel 2011 si guadagnò la notorietà in tutta Italia per la scelta di non seguire in aereo il suo Perugia di scena in Sicilia. Il ragazzo, infatti, troppo spaventato da quel mezzo così pericoloso (anche se secondo le stime l’aereo sarebbe due volte meno rischioso del treno e 27 volte più affidabile dell’automobile) si sobbarcò 1.000 Km dall’Umbria alla lontana Milazzo (partita poi terminata sullo 0-0) rigorosamente in auto.

Campionato Lega Pro 2^ Divisione Girone B Perugia Campobasso

Paolo Guerrero si lega, pure troppo, all’aereo

Una carriera importante ma "sacrificata" quella di Paolo Guerrero attuale attaccante del Flamengo con un passato in Europa con Bayern Monaco e Amburgo. Una vita da bomber movimentata e che, a causa della sua aviofobia, balzata agli onori della cronaca nel gennaio del 2010 quando l’attaccante peruviano non riuscì a prendere per ben 4 volte l’aereo che lo avrebbe riportato in Germania (al quinto tentativo poi subirà, per lo stress, un infortunio muscolare) è dovuto ricorrere ad un discutibile espediente: nelle trasferte lunghe il ragazzo di Lima si fa letteralmente legare al sedile per tutto il corso della traversata.

Guerrero

Cure psicologiche e consigli terapeutici per il Jefecito

Uno di quelli che invece sembrano aver risolto quasi definitivamente il problema è Javier Mascherano. Il difensore centrale del Barcellona, infatti, dopo aver accusato, specie nella prima parte della sua ottima carriera problemi con questo mezzo di trasporto con fortissimi attacchi d’ansia, grazie alle cure di uno psicologo e a precisi consigli terapeutici è stato in grado di ridurre al minimo, per il suo lavoro, episodi di panico divenendo uno degli imprescindibili del Barça dei miracoli.

Barcelona's Javier Mascherano arrives at Manchester Airport ahead of Tuesday night's UEFA Champions League match against Manchester City. PRESS ASSOCIATION Photo. Picture date: Monday October 31, 2016. Photo credit should read: Pete Byrne/PA Wire
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