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Leggenda Buffon: 5 motivi per dare il Pallone d’Oro al numero uno di Juve e Italia

Le votazioni da parte della giuria di France Football sono ancora lontane eppure, il portiere della Juventus e della Nazionale ha le carte in regola per ambire a questo trofeo. Dal palmarès alla costanza di rendimento ecco perché sarebbe opportuno concedere, dopo 22 anni di carriera al top, questo privilegio al capitano bianconero.
A cura di Salvatore Parente
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Non tutto appare sempre chiaro all’inizio di una splendida carriera. E sì perché lui, Gigi Buffon, il numero 1 fra i numeri 1 aveva cominciato da centrocampista la sua inarrestabile ascesa nel mondo del calcio prima di finire in porta, ai tempi del Parma. Un cambio di ruolo benedetto che ha permesso al movimento italiano, oltre che al mondo del pallone tutto, di guadagnare una delle leggende che hanno nobilitato questo splendido sport. Fra trionfi epici, parate mitologiche, coppe alzate al cielo ed una personalità smisurata, vediamo i cinque motivi per i quali Buffon meriterebbe, per chiudere il cerchio, il riconoscimento individuale più gratificante per un giocatore: il Pallone d’Oro.

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Incomparabile longevità, 22 anni ed il tassametro corre

Per comprendere la forza e la grandezza di questo 39enne di successo basti pensare alla data del suo esordio: 19 novembre 1995. A 17 anni, infatti, il talento di Carrara batte la concorrenza del secondo Nista e viene buttato nella mischia dall’allora allenatore Nevio Scala per sostituire l’infortunato Luca Bucci. Ebbene, in quel preciso momento, nasce l'icona, il mito e, a questo punto, dire che fu fra i migliori in campo col Milan risulta quasi superfluo. Eppure, il ragazzino ad un passo dai quaranta è ancora, dopo 22 anni di onorato servizio, fra i migliori. Ancora lì a sgomitare, a tuffarsi ed a cacciare in gola l’urlo dei tifosi avversari.

Ventidue anni di carriera che sottolineano la sua straordinaria longevità e che marcano la differenza anagrafica dai suoi omologhi/avversari attuali con Neuer che, ai tempi del debutto dell’azzurro, aveva 9 anni, Oblak e Courtois 3 e De Gea 5. Chapeau Gigi e chissà che il meglio, in ottica 3 giugno, debba ancora venire.

Arricchire il Palmarès per vincere il Pallone d’Oro

Uno dei motivi per i quali il portierone della Juventus dovrebbe poter ricevere questo riconoscimento è il suo ricchissimo palmarès. Un premio alla carriera, alla costanza ed all’abilità di quest’uomo di risultare spesso e volentieri decisivo. Una sorta di Oscar alla sua parabola personale fatta di 22 titoli (4 Coppe Italia, 7 Scudetti, 6 Supercoppe italiane, 1 Serie B, 1 Coppa Uefa, 1 Europeo Under 21, medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo ed 1 Mondiale) e tante, tantissime gare al top. Un palmarès che, arricchendosi proprio nella finalissima di Cardiff contro il Real Madrid, proprio contro Cristiano Ronaldo il rivale più accreditato alla vittoria finale del Pallone d’Oro, potrebbe essere decisiva per vincere Champions e titolo di miglior calciatore del mondo. CR7Buffon, attacco contro difesa, estro contro agilità, numero 7 contro numero 1: la sfida è aperta.

Record individuali: Gigi sei leggenda

Sempre continuando lungo il filone della grande carriera fatta, gli impressionanti record raccolti da Buffon sono un’arma non da poco per persuadere la giuria di France Football. E sì perché forse non basterebbe un almanacco intero per descrivere in maniera approfondita quanto faticosamente ottenuto dall’ex Parma. Dalle presenze assolute ai minuti giocati, dall’imbattibilità ai trofei individuali (Miglior portiere Uefa 2003, Portiere dell’anno IFHHS 2003, ’04, ’06, ’07, Miglior portiere del XXIesimo secolo, All star team dei Mondiali nel 2006 e tanti altri), infatti, i primati di Gigi sono la testimonianza più efficace della voglia matta del nativo di Carrara di continuare a sbalordire, chissà per quanti anni ancora, malgrado le siderali vette già lambite.

  • Calciatore con più presenze nella Nazionale italiana (168).
  • Calciatore con più presenze in una Nazionale UEFA (168).
  • Calciatore con più presenze nei campionati europei fra qualificazioni e fasi finali (58).
  • Uno dei tre calciatori, insieme a Antonio Carbajal e Lothar Matthäus, ad aver partecipato a cinque edizioni del Mondiale di calcio (1998, 2002, 2006, 2010 e 2014).
  • Calciatore con più presenze in Coppa Campioni/Champions League con la maglia della Juventus (105).
  • Uno dei due calciatori, insieme a Dejan Stankovic, ad aver vinto più volte la Supercoppa italiana (6).
  • Calciatore con più presenze nella Supercoppa italiana con la maglia della Juventus (7).
  • Calciatore con più minuti giocati in Serie A con la maglia della Juventus.
  • Calciatore con più minuti giocati nella Juventus in tutte le competizioni.
  • Portiere con più partite consecutive senza subire gol in Serie A (10).
  • Portiere con la più lunga striscia di imbattibilità nella storia della massima serie italiana (974′),
  • Portiere con più presenze nella storia della Serie A (618).
  • Calciatore in attività con il maggior numero di presenze in Serie A (618)

Una gamma piuttosto vasta di “prime” che non lo accontentano, non lo appagano, non lo placano ma lo stimolano ad andare ancora avanti, a spingersi più in là e magari fare propria una celebre frase di un mito del basket: “i limiti, come le paure spesso sono solo un’illusione”. E quindi, così come Michael Jordan, valica i tuoi confini, spazza via le paure e bissa il successo di Yasin, divenendo il secondo portiere della storia a vincere il Pallone d’Oro dopo 54 anni.

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Attaccamento alla maglia, Juve seconda pelle

Estate 2006, l’Italia del football è, da un lato, esaltata ed al settimo cielo per la vittoria del quarto titolo iridato della sua nazionale e, dall’altro, lato Juve, affranta e prostrata per l’esplosione di un bubbone chiamato Calciopoli. Arrivano le sentenze e con esse i dolori più acuti per i tifosi bianconeri: Juve retrocessa in B. Una umiliazione non da poco, uno smacco che, specie per i tanti campioni del mondo al top della loro carriera presenti in rosa, non poteva essere digerito. Ed invece, Buffon, insieme a pochi altri, decide di non abbandonare il suo club, la sua casa e la città di Torino ma si convince di dover essere la pietra angolare su cui costruire le fondamenta della Juve 2.0.

Dalla B di Berlino del 9 luglio 2006 alla B della Cadetteria italiana fino alla Serie A, ai settimi posti ed all’ascesa inarrestabile fino agli scudetti, alle Coppe Italia, alle finali di Champions e alla gloria. Una seconda pelle, una maglia indossata con fierezza ben 618 volte in A e per oltre 55mila minuti sui rettangoli verdi del Bel Paese che rivela la grandezza di un uomo divenuto una autentica bandiera. E se il premio in oggetto lo si affida spesso per riconoscere il talento e l’impegno di un calciatore, il valore, la carriera, la personalità ed il carisma, in questo specifico caso, le componenti ci sono tutte con, in aggiunta, lealtà ed attaccamento alla maglia, nazionale a parte, alla Juve.

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Continuità di rendimento: nessuno come lui

Infine, l’endorsement per Buffon si conclude con l’aspetto meramente tecnico. A 39 anni suonati nessuno, o quasi, è mai riuscito a fare ciò che Gigi fa vedere fra i pali puntualmente nelle gare della sua Juventus. Al di là di miti del passato come Jasin, come lo stesso Zoff, campione del mondo con l’Italia nell’82 a 40 anni o come Gordon Banks, il custode della porta bianconera è uno di quelli che ancora regalano prodezze sensazionali capaci di portare, alla fine di una stagione, quei 7/8 punti che poi risultano decisivi. Anche quest’anno, infatti, al di là delle tante “vittime” eccellenti a cui ha negato uno o più gol, Gigi risulta fra i portieri con il rendimento più alto (6.8 media voto a partita), con meno gol sul groppone e con più gare senza subire reti (ben 20 in 40 gare totali). Un ruolino di marcia, Cardiff permettendo, che potrebbe essere un ottimo viatico per raggiungere quel tanto agognato Pallone d’Oro sfiorato già nel 2006 al termine della cavalcata vincente con la sua Italia.

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