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Buffon: “Carrarese addio. Io, lasciato solo da tutti”

Il portiere della Juventus e della Nazionale lascia la presidenza della società toscana: “Il 30 giugno è il mio ultimo giorno da massimo dirigente. La città non può permettersi una squadra in Lega Pro”
A cura di Maurizio De Santis
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Carrarese addio, in una nota ufficiale Gigi Buffon annuncia le dimissioni da presidente della società toscana di Lega Pro. Ne regge le sorti dal 2012, finanche ad adottare metodi severi (mandando tutti in ritiro) quando il cammino in campionato e il rendimento dei calciatori ha lasciato a desiderare… Le ragioni? Amareggiato perché lasciato solo da cordate d'imprenditori che mai lo hanno realmente affiancato, sparendo dopo promesse e dichiarazioni d'intenti rimasti tali solo a parole. "Il 30 giugno sarà l'ultimo giorno da patron della società toscana", è la scadenza temporale ultima che l'estremo difensore della Juventus e della Nazionale dà alla propria avventura di massimo dirigente che considera ormai finita. "Ho voluto attendere il termine della stagione per fare il bilancio di questa esperienza. Lascio la Carrarese – ha aggiunto Buffon -. Il mio è stato un gesto d'amore non ripagato dall'ambiente. Ho maturato questa decisione nel corso di quest'anno. In questa situazione, che va avanti da tre anni, è molto difficile continuare a fare calcio a livello professionistico e la città e il suo primo cittadino sono da tempo al corrente di queste mie riflessioni".

Investimento di cuore, non business

Nel corpo della lettera Buffon chiarisce in maniera dettagliata le ragioni che lo hanno portato a dire basta. La Carrarese, giunta 12sima nel Girone B, perde il suo pezzo più importante: "In questo momento non credo ci siano le condizioni affinché la Città si possa permettere una squadra di calcio in un campionato importante come la Lega Pro. Per due volte in cinque anni ho scelto di essere parte di due cordate imprenditoriali desiderose di risollevare le sorti della Carrarese. Il primo gruppo si è sciolto dopo due anni, lasciandomi solo. Il secondo, nonostante le promesse, non si è neanche mai concretizzato. E in entrambe le occasioni mi sono ritrovato solo e con la responsabilità di decidere se far fallire la società o garantirle un futuro, attraverso l'impegno delle società della mia famiglia. Ho sempre scelto la via dell'investimento, pur consapevole che si sarebbe trattato di una scelta d'affetto e non di business. Forse dovremmo tutti prenderci un periodo di riflessione, Città, imprenditori e tifosi, per capire se realmente interessa una squadra che rappresenti la nostra realtà nel campionato di Lega Pro".

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