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Brasile 2014, Neuer vince il Guanto d’oro nel Mondiale dei portieri

Romero, Ochoa, Navas, M’Bolhi e Howard sono i nuovi eroi del panorama mondiale. Ma il più forte di tutti è Manuel Neuer, il portiere della Germania Campione del Mondo in Brasile.
A cura di Vito Lamorte
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Manuel Neuer vince il Guanto d'oro del Mondiale in Brasile. E' lui il portiere più forte che ora il panorama mondiale può ammirare. Numero uno completo: sicurezza nei pali e nelle uscite, bravissimo coi piedi e capacità di dirigere la difesa impeccabile. Il portierone della Germania sta ridisegnando il ruolo dell'estremo difensore: accorciando di 10-15 metri il campo, la distanza tra la linea delle due difese che determina la zona "giocabile" (escludendo le porzioni in fuorigioco) permette a difesa e centrocampo di avvicinarsi e alzarsi mantenendo densità e qualità dei passaggi. Nella sfida degli ottavi contro l'Algeria, la difesa alta della squadra di Joachim Löw e il tentativo della squadra africana di sfruttare gli spazi con l'inserimento dei suoi attaccanti rapidi ha costretto Neuer a agire da portiere-libero. Ha toccato la palla ben 59 volte, di cui 19 fuori dell'area. Soltanto quattro calciatori algerini hanno toccato la palla più volte del ventottenne estremo difensore, che ha corso 3km in più del collega algerino. Se contro la squadra algerina ha giocato da libero, contro la Francia Neuer si è esaltato e ha messo in mostra il suo repertorio a Benzema & Co. Number one anche nella finalissima contro l'Argentina!

In un Mondiale che, possiamo dirlo, di spettacolo ne ha dispensato pochino, i protagonisti sono diventati loro: i portieri. Quelli di cui si aspetta sempre l'errore o che comunque non fanno parte degli eroi dei ragazzini come il 10 o il 9. Non vengono considerati come gli altri e anche la storia del calcio lo dimostra: solo un portiere è riuscito a vincere il Pallone d'Oro e sto parlando del russo Lev Yashin nel 1963. Questa edizione del Mondiale, come quelle del passato, ha portato alla ribalta diversi portieri, in un ruolo che per la sua importanza in una competizione come questa conta moltissimo, visto che una parata può fare la differenza. Se le prime gare avevano portato a raggiungere il record di reti dal 1954, dopo "i numeri uno" l'hanno fatto da padrone senza alcun dubbio. Intanto la FIFA ha stilato il podio dei tre portieri che si sfideranno per agguantare il riconoscimento di miglior portiere del Mondiale 2014. Ecco i nomi dei candidati pronti ad aggiudicarsi il premio del Golden Glove (il guanto d’oro) in rigoroso ordine alfabetico: Keylor Navas (Costa Rica), Manuel Neuer (Germania), Sergio Romero (Argentina). Il ruolo dell'estremo difensore è sempre stato bistrattato o meglio, non ha mai avuto lo stesso appeal degli altri. L'attenzione è sempre rivolta a chi deve far goal e mai a chi deve cercare di non subirne. I portieri famosi nella storia, se non si è appassionati, si contano sulle dita di una mano ma questo è il torneo della loro consacrazione.

OCHOA – Il primo "super arquero" avvistato in Brasile è stato il messicano Guillermo Ochoa, strepitoso contro il Brasile e altrettanto eccezionale negli ottavi contro l’Olanda. Il portiere messicano di ventotto anni ha mostrato dei riflessi incredibili e nella gara contro i brasiliani padroni di casa ha fato vedere dei numeri incredibili. Ogni volta che la squadra di Scolari si avvicinava all'area in molti avranno pensato: "Cosa combinerà ora?". Molti lo hanno paragonato ad un suo illustre predecessore, Jorge Campos da Acapulco, che con i suoi 168 centimetri di altezza ha protetto i pali del Messico dal 1991 al 2004 disputando tre Mondiali. Il palcoscenico internazionale gli ha dato la fama, ma gli ha impedito di perseguire le sue due passioni: disegnare e indossare completi dai colori sgargianti e giocare almeno uno spezzone di gara da attaccante. Campos ha segnato 38 gol nel campionato messicano. Al momento Ochoa è senza squadra dopo essere rimasto svincolato dalla squadra francese dell'Ajaccio e le sue super prestazioni del Mondiale hanno provocato talmente tanto scalpore che un tifoso corso ha dichiarato di esser pronto a vendere casa pur di riacquistarne il cartellino. Al momento non credo gli sarà difficile trovare una sistemazione.

KEYLOR NAVAS – Per chi segue il campionato spagnolo Keylor Navas non è assolutamente una sorpresa ma di una conferma. Il miglior portiere della Liga gioca nel piccolo Levante e che si è confermato uno dei migliori interpreti a livello globale, spingendo il piccolo paese centramericano a una storica qualificazione ai quarti di finale distinguendosi anche nella loteria dei rigori. Penalty parato al greco Gekas e Costa Rica ai quarti. La portata storica del cammino dei "ticos" è comprensibile anche dal fatto che a Perez Zeledon, piccola località del sud del paese centroamericano, hanno deciso di intitolare uno stadio al portiere "paratutto" e eroe della Costa Rica ai Mondiali.

HOWARD – "Tim Howard alla Difesa". Obama dopo l'eliminazione degli States contro il Belgio negli ottavi di finali del Mondiale ha voluto incensare il portiere della propria compagine che ha raggiunto un record molto importante: il maggior numero di parate di una gara della Coppa del Mondo di calcio. Durante la partita contro la nazionale di Wilmots, Tim Howard ha fatto 16 parate,  superando il precedente record che era 13. Howard ha consolidato la sua fama di più grande portiere della storia della nazionale americana nonostante sia affetto dalla sindrome di Tourette. In un intervista rilasciata qualche tempo fa allo Spiegel affermava che quando la palla era lontana si abbandonava alle sue contrazioni: "Non le reprimo", ma quando un attaccante avversario si stava per avvicinare e si preparava a calciare i muscoli di Howard, miracolosamente, si rilassavano: "Non ho idea di come io ci riesca, neppure i miei dottori sanno spiegarmelo. Probabilmente è perché in quel momento la mia concentrazione sulla partita è maggiore e più forte della sindrome di Tourette". Dopo l'esperienza non entusiasmante al Manchester United, Howard ha trovato la sua dimensione all'Everton e si sta togliendo più di qualche soddisfazione nei confronti dei suoi detrattori, inglesi e non.

M'BOLHI – Era il 2010 quando Sir Alex Ferguson chiamò Raïs M’Bolhi per un provino perchè stava cercando un nuovo portiere di riserva: Van der Sar si preparava ad annunciare il ritiro e il giovane spagnolo De Gea era pronto a sbarcare a Old Trafford per ventuno milioni di euro dall’Atletico Madrid. M’Bolhi è entrato adesso nella Top 11 delle rivelazioni del Mondiale 2014 difendendo la porta dell'Algeria. La FIFA lo ha eletto "man of the match" in occasione della sfida con la Germania. Ora gioca in Bulgaria, nel Cska Sofia, e ha un contratto fino al 2016 ma sembra che la fila davanti alla sede della squadra bulgara sia già abbastanza lunga.

KRUL – Eroe per caso, o forse no. Al 120° minuto del quarto di finale contro la Costa Rica Louis Van Gaal fa entrare, al posto del portiere titolare Jasper Cillessen, un ragazzone del 1986 che durante l'anno difende i pali del Newcastle: Tim Krul. Molti hanno definito folle il cambio dell'allentore Oranje ma Krul non ha tremato nemmeno un secondo, anzi. Ha innervosito i suoi avversari con comportamenti un po' alla Grobbelaar, un po' alla Dudek e nonostante non sia mai stato un grande para-rigori (2 su 34 fino ai quarti del Mondiale), è riuscito a respingerne 2 su 5 nella serata più importante della sua carriera. Krul ha definito "surreale" quanto gli era accaduto ma anche per chi osservava non è stato semplice a primo impatto capire ciò che stava succedendo: con quella sostituzione Van Gaal aveva segnato un punto nella storia del calcio mondiale.

ROMERO – Un altro portiere decisivo ai rigori per l'Albiceleste dopo Sergio Goycochea che ci fece piangere lacrimoni nella semifinale del Mondiale del 1990. Sergio Romero, appena rientrato alla Sampdoria dal Monaco, ha vissuto la serata più importante di una carriera fin qui non memorabile contro l'Olanda del suo maestro Van Gaal. Il "vate di Amsterdam" lo ha portato nel 2007 all'Az Alkmaar dal Racing Avellaneda e il portiere argentino ha molta stima del ct olandese. Durante la scorsa stagione nel Principato, con Claudio Ranieri in panchina, è la riserva di Danijel Subašić e molti contestano la scelta di Sabella di affidargli la numero uno dell'Argentina prima di Brasile 2014. Adesso Romero è un eroe nazionale. Una cosa è certa, fuori dai confini argentini mercoledì sera, dopo la semifinale, c'erano i dirigenti blucerchiati che si leccavano i baffi in vista del mercato.

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