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Bradley: “Tanta pressione, che onore stare qui”

Il centrocampista americano della Roma, nell’intervista al ‘New York Times’, rilancia: nel 2013 vuole qualificarsi per i Mondiali e spera di giocare la Champions League.
A cura di Alessio Morra
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il centrocampista della roma si confessa al new york times

Domani la Roma volerà in Florida. La squadra di Zeman trascorrerà quasi una settimana ad Orlando, dove ci sarà una sorta di mini-ritiro. Il 2 gennaio la Roma disputerà anche un’amichevole, il giorno dopo Totti e compagni torneranno a casa. La truppa giallorossa partirà alla volta degli Stati Uniti con alle spalle cinque vittorie nelle ultime sei partite, che hanno portato i giallorossi ad un passo dalla zona Champions. Tra gli artefici di questo miglioramento c’è senza dubbio Michael Bradley. Il centrocampista americano, che ha dato grande equilibrio alla squadra, è stato addirittura intervistato dal ‘New York Times’.

Quando sono arrivato a Roma non ci è voluto molto per capire che è un altro mondo. Mi sto godendo ogni attimo qui. Ti accorgi subito di quanto sia grande il club, speciali i tifosi e di come la gente ami questa squadra. Per me è un grande onore essere qui. Sto migliorando, abbiamo una buona squadra e continuiamo a migliorare. In un grande club c’è solo da imparare. Fin quando non giochi in una squadra come questa, non c’è possibilità di provare certe cose. L’idea di scendere in campo con la pressione di dover vincere, indipendentemente dalla squadra che affronti o dal fatto che si giochi in casa o in trasferta. La pressione c’è sempre. Ti puoi allenare sempre al meglio ogni giorno, ma anche così le decisioni possono non essere a tuo favore. Devi essere pronto ogni volta che ci sia bisogno di te, magari nell’ultima mezz’ora di un match oppure come titolare nella partita successiva.

Bradley, che ha giocato in Olanda, Germania e Inghilterra, desidera sempre affrontare nuove sfide. La Champions League è il suo prossimo obiettivo.

Ho cominciato nei Metrostars a New York, ma ho sempre saputo che per fare un’ottima carriera mi sarei dovuto trasferire in Europa. Per metterti alla prova, devi venire in Europa. La mia prima opportunità fu in Olanda. Bisogna poi migliorare e crescere, giocando nei migliori club, giocando la Champions League e i Mondiali.

Il centrocampista giallorosso non ha dimenticato la Nazionale, che nel 2013 dovrà conquistare la qualificazione ai Mondiali 2014.

Io lavoro duramente e cerco di dare il massimo. Il 2013 sarà molto importante: ci aspettano dieci partite con le sei nazionali più forti della Concacaf. C’è poco spazio per gli errori. Dobbiamo vincere e qualificarci per i mondiali.

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