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Benitez: “Progetto Napoli avanti, con o senza di me”

Il tecnico del Napoli è nell’occhio del ciclone dopo prestazione e ko con lo Young Boys: “Non è giusto attaccarci dopo 3 vittorie di fila, un pareggio a Milano con l’Inter e una sconfitta in Europa League su un campo sintetico, dopo che nel girone avevamo vinto due partite”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sin prisa, sin pausa (senza fretta, senza sosta) poteva andar bene nella scorsa stagione, quando il Napoli viaggiava a ritmi diversi in campionato e la musichetta della Champions regalava notti da brivido. Adesso, per definire il momento che sta attraversando la squadra tra rovesci in Europa League e andamento lento in A, Benitez adotta un'altra espressione proverbiale: "In spagnolo diciamo ‘nuotiamo per morire sulla spiaggia', vogliamo una squadra che sfrutti la rosa ed arrivi sulla spiaggia per prendere un trofeo e non dare tutto e poi morire". Vedi Napoli e poi muori… dicono sotto il Vesuvio e, a giudicare dal clima di sfiducia che monta intorno alla squadra, il rischio esonero è palpabile. Il tecnico, però, tira diritto per la sua strada: non è la prima volta che si trova nell'occhio del ciclone, a Londra (pur avendo portato in dote un l'Europa League vinta con Torres, suo pupillo) mai è riuscito a conquistare le simpatie del pubblico di fede blues. Questione di sfumature, fino all'azzurro. "Credo che dopo tre vittorie di fila, un pareggio a Milano con l'Inter e una sconfitta in Europa League su un campo sintetico, dopo che nel girone avevamo vinto due partite, non è giusto attaccarci e dire che siamo sulla strada sbagliata. La contestazione dei tifosi? Chiedo loro di esserci vicino, così non ci aiutano".

Progetto Napoli finito in secca. Benitez non ha ancora rinnovato il contratto, De Laurentiis non ha investito sul mercato: il piano di rilancio del club e della squadra sembra essersi arenato, complice anche il fallito accesso alla fase a gironi della Champions. "Ho accettato la panchina del Napoli per creare una struttura, una mentalità che non sia solo vincere ogni 25 anni". Poi, però, si lascia andare a una riflessione che può aprire nuovi scenari anche per il suo futuro. "Le strutture non devono essere create per me, ma per la società. Tutto ciò che verrà fatto resterà qui per qualsiasi altro allenatore. La crescita della società può avvenire con o senza di me. Siamo in corsa ancora in quattro competizioni e possiamo ancora far bene in tutte".

Higuain leone in gabbia. "Higuain ha fatto un lavoro specifico, così come lo hanno fatto Zapata, Michu e Callejon. E' una questione di tempo, Higuain ha segnato ovunque e lo farà anche quest'anno. Un attaccante che non segna è come un leone in gabbia. E Callejon è lo spagnolo più forte arrivato in Italia negli ultimi venti anni. Credo e ‘temo' che la prossima volta andrà con la Roja. e avessimo Maradona giocherebbe sempre, vincerebbe con la sigaretta in bocca. Non c'è, ma abbiamo Higuain che è un campione".

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