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Barzagli: “Ai quarti di Champions vorrei evitare il Bayern”

Il difensore non si fida della squadra di Ancelotti che sta vivendo un momento di forma notevole e fa il punto sulle priorità dei bianconeri: “Prima di tutto dobbiamo vincere il sesto scudetto”
A cura di Marco Beltrami
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Se Buffon vorrebbe evitare l’ostacolo Leicester ai quarti di finale di Champions, Andrea Barzagli conferma di essere sulla stessa lunghezza d’onda del suo compagno di reparto Bonucci. In vista del sorteggio del prossimo turno di Champions League in programma venerdì a Nyon, il centrale ex Wolfsburg e Palermo ha detto la sua sulle possibile avversaria dei bianconeri. In un’intervista ai microfoni di Jtv, Barzagli ha ammesso che preferirebbe evitare una rivincita contro il Bayern di Ancelotti: “Non è mai facile incontrare già ai quarti una delle squadre favorite: potessi scegliere, preferirei non incontrare il Bayern, perché credo che sia in un momento eccezionale. Quando arrivi tra le migliori otto squadre d'Europa, comunque, sono tutte forti, anche se sulla carta qualcuna può essere più abbordabile di un'altra”.

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Il forte difensore è consapevole però delle difficoltà che dovrà affrontare la Juventus per arrivare fino in fondo in Europa. A tal proposito, Barzagli non ha dubbi su quelli che sono gli obiettivi più alla portata della formazione di Allegri: “È senza dubbio quello del sesto scudetto di fila. Poi, come calciatore, naturalmente sarebbe il massimo vincere la Champions: nel calcio bisogna sempre porsi nuovi obiettivi e non smettere mai di sognare".

D’altro canto quella stagionale, è secondo Barzagli la migliore Juve in cui abbia mai giocato. Bisognerà dunque cercare di vincere tutto, anche grazie alla, ormai non più sorprendente solidità difensiva dei bianconeri: “Come qualità abbiamo raggiunto forse la miglior Juve, ma non conta soltanto la qualità ma, soprattutto, il risultato finale. La BBC? Quello che si è creato tra di noi è stato un feeling totale in campo, qualcosa che raramente trovi con altri giocatori. Si è creato prima di tutto un'amicizia personale e poi sostanza in campo. Dietro, però, c'è sicuramente il grande lavoro, perché senza di quello non si va avanti".

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