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Bari, è morto il presidente Vincenzo Matarrese

Se n’è andato a 79 anni a causa di una brutta malattia. Il fratello maggiore di Antonio ha scritto una pagina importante nella storia del club biancorosso con i suoi 28 anni di presidenza.
A cura di Vito Lamorte
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È morto Vincenzo Matarrese. Il presidente del Bari dal 1983 al 2011 è scomparso a Bari dopo una brutta malattia, all'età di 79 anni. Nato ad Andria, Vincenzo, è stato protagonista indiscusso di una delle pagine più importanti del club biancorosso. È stato ricoverato per diverso tempo presso l’ospedale Gemelli di Roma e nonostante le sue condizioni di salute sembravano migliorate negli ultimi tempi, il male alla fine ha avuto la meglio e non c'è stato più nulla da fare.

Una lunga presidenza

Vincenzo è diventato presidente del Bari raccogliendo il testimone del fratello Antonio nell’estate del 1983. Nelle due prime stagioni arrivarono due promozioni consecutive dalla Serie C1 alla Serie A con Bruno Bolchi in panchina. Sotto la reggenza di Vincenzo Matarrese il Bari ha disputato ben 10 campionati nella massima categoria. Alla sua era risale anche l’unico trofeo a livello di prima squadra: la Mitropa Cup conquistata nel 1990. L’ultimo anno della sua presidenza è coinciso con la mesta retrocessione in Serie B prima di passare la mano a Paparesta e lasciare ogni incarico in seno alla società.

Numerosi sono stati i calciatori passati sotto la sua gestione che hanno infiammato la platea barese e poi sono stati protagonisti in squadre di alta classifica. Ecco alcuni nomi: Igor Protti, diventato capocannoniere della A in maglia biancorossa; Emiliano Bigica, Gianluca Zambrotta, Antonio Cassano, David Platt, acquisto più caro della storia del club (estate 1991); Klaas Ingesson, Daniel e Kenneth Andersson, Simone Perrotta, Phil Masinga, Zvonimir Boban, Yksel Osmanovski, Sandro Tavolieri, Joao Paulo e Pietro Maiellaro.

La lite con Gaucci

Matarrese ha fatto parte di un calcio che non c'è più perché si sono perse alcune caratteristiche che rendevano chi gravitava attorno al pallone ogni personaggio unico nel suo genere. Uno degli episodi più mediatici di cui è stato protagonista Vincenzo Matarrese è sicuramente quello con Luciano Gaucci alla fine di un Perugia-Bari nel novembre del 1999. Allo stadio Renato Curi si giocava la sfida tra il Perugia e il Bari, gara importante per la corsa alla salvezza. Al termine dei 90′ i pugliesi la spuntano per 2-1 ma il direttore di gara, l’internazionale Emilio Pellegrino, è sotto l'occhio del ciclone e la dirigenza perugina è molto critica nei confronti del suo operato: secondo i rappresentanti della squadra umbra il fischietto di Barcellona Pozzo di Gotto non ha espulso il difensore barese Innocenti, reo di aver colpito con una gomitata il centrocampista umbro Olive, costringendolo a lasciare il campo e applicare alcuni punti di sutura.

Nel post partita succede di tutto. Mazzone, allora tecnico del Perugia, bussa alla porta dell'arbitro dicendogli: “Volevo dirglielo. Grazie e spero di non incontrarla mai più" e all'uscita dall’impianto incontra Gucci che gli ricorda la sua svista. Il colpo di scena arriva qualche istante dopo, quando dal pullman del Bari, parcheggiato nell’antistadio, spunta il presidente dei pugliesi Vincenzo Matarrese, che rivolgendosi al numero uno del Grifo urla: “Gaucci, noi siamo di Serie A, Gaucci!”. Quella è la scintilla che fa letteralmente impazzire il presidente perugino che cerca in tutti i modi di avvicinarsi al bus della squadra pugliese ma, allo stesso tempo, Matarrese viene spinto da un personaggio non ben identificato.

Il rapporto coi tifosi

Il suo rapporto con la città e i tifosi è sempre stato molto controverso: amato e odiato dalla piazza sportiva, era un presidente tifoso e passionale. Con la tifoseria biancorossa non c'è stato sempre un buon feeling dato che veniva accusato di non investire abbastanza e le contestazioni sono state feroci in diverse situazioni. Allo stesso tempo, però, è impossibile negare l'attaccamento di Vincenzo Matarrese ai colori biancorossi e alla causa del Bari.

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