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Avellino, morto Antonio Sibilia. Il patron che trattava con la pistola sulla scrivania

Muore a 94 anni Antonio Sibilia, storico patron dell’Avellino. Scoprì calciatori come Tacconi, Vignola, De Napoli e il suo pupillo, Juary.
A cura di Maurizio De Santis
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Il calcio italiano e campano piange la morte di Antonio Sibilia, ex patron dell'Avellino dei tempi d'oro che, a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta, conoscerà i fasti della Serie A. A 94 anni, il ‘commendatore di Mercogliano' (come era conosciuto dai suoi tifosi), s'è spento dopo una lunga malattia. Tacconi, Vignola, Favero, De Napoli e poi Juary i calciatori lanciati in maglia ‘verde', che l'ex patron volle con la maglia dei ‘lupi' e segnarono un'epoca. La storia del club è legata a doppio filo alla vita e all'esperienza dell'ex massimo dirigente che condusse la società alla ‘sua maniera': quando riceveva i procuratori ("non mi piacciono", ripeteva spesso) dei calciatori nel proprio ufficio li faceva accomodare e sulla scrivania poteva capitare che posasse una pistola… Ne sa qualcosa Dario Canovi, l'agente che restò scosso da quell'episodio e più ancora dalle parole del suo interlocutore: Sibilia si scusò e disse che aveva poggiato l'arma lì semplicemente perché nella fondina sotto la giacca gli procurava fastidio…

Tagliati i capelli. A Ricatti, attaccante argentino sbarcato in Irpinia anche grazie ai consigli di Ramon Diaz disse: "Prima ti tagli i capelli, poi parliamo di provini e ingaggi – si racconta -. All'Avellino non c'è stato mai posto per i capelloni. Hai un giorno di tempo e solo perché oggi è lunedì e i barbieri sono chiusi". Lui credeva che per accattivarsi le simpatie del presidente bastasse il numero delle reti segnate tra Boca Juniors, San Lorenzo de Almagro e il Wanderers di Santiago. Capì che alla corte del patron avellinese le cose andavano diversamente.

La medaglia a Raffaele Cutolo. Nel libro dei ricordi legati all'esperienza di Sibilia si narra anche dello storico incontro con il boss della Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo al quale, durante una pausa di un processo, fece consegnare una medaglia e incaricò Juary di recarsi in tribunale perché gliela portasse.

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