Argentina, viagra ai calciatori prima della Bolivia

Un cocktail di caffeina, paracetamolo e viagra… E no, non è la pozione magica per una notte brava da ‘macho' che non deve chiedere mai. E' una sorta di rimedio che lo staff medico dell'Argentina ha deciso di somministrare ai calciatori recatisi in Bolivia per disputare la gara di qualificazione al Mondiale 2018 in Russia. Non c'era Lionel Messi – squalificato per 4 giornate dopo gli insulti alla terna arbitrale contro il Cile – che a la Paz (in un passato nemmeno tanto lontano) ha vomitato in campo e ha avuto un malore a causa dei temibili effetti dei 3600 metri di latitudine della capitale. Lui come Angel Di Maria e Mascherano, che qualche anno fa crollarono in campo in preda a una crisi respiratoria e venne trasportato in barella, soccorso con la mascherina d'ossigeno.

Ricorso al Sildénafil. In dodici anni l'Argentina lì non ha mai vinto incappando anche in clamorose figuracce (6-1). Per ovviare a questi sintomi i dottori della Seleccion hanno deciso di fare ricorso al Sildénafil, in pratica il nome commerciale usato per identificare la pilloletta blu, abitualmente utilizzata (salvo abusi…) per combattere i disturbi dell'erezione.

Non costituisce doping. L'assunzione del farmaco consente una migliore ossigenazione del sangue così da combattere gli effetti dell'altitudine ma senza correre rischi d'inciampare nei controlli antidoping, poiché la sostanza non è indicata tra quelle proibite. "Quando arriviamo a quella quota – ha ammesso il commissario tecnico, Bauza -, diamo paracetamolo ai giocatori per evitare il mal di testa". A giudicare da come s'è messa la sfida – con la Seleccion che s'è ritrovata sotto di 2 reti – non è servito a molto quel preparato a far sì che lassù – anche senza Messi – la prestazione fosse indimenticabile.