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Antognoni congeda Sousa: “Il prossimo tecnico della Fiorentina? Sarà italiano”

Il dirigente ed ex bandiera viola apre all’addio del portoghese che sembra ad un passo dalla panchina del Borussia Dortmund. Nel futuro della Fiorentina potrebbe esserci Di Francesco che per caratteristiche potrebbe essere il nome giusto per il progetto dei Della Valle.
A cura di Marco Beltrami
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Le strade di Paulo Sousa e della Fiorentina sembrano destinate a separarsi. Le voci su un addio del tecnico portoghese si fanno sempre più insistenti con le sirene del Borussia Dortmund sempre più rumorose. Sulla situazione dell’ex centrocampista è intervenuto Giancarlo Antognoni, ex bandiera della Viola e attuale dirigente della società toscana. Ai microfoni del Corriere Fiorentino, Antognoni ha dato un’indicazione importante sul futuro della panchina della Fiorentina, aprendo così ad un cambio della guardia: “Il prossimo allenatore, anche se la scelta non è di mia competenza, credo sarà italiano. La nostra resta la migliore scuola. E non lo dico io, parlano i fatti e i risultati: guardate Ranieri, Conte, Ancelotti…".

Di Francesco in pole per il futuro viola

Bisognerà capire quando il nuovo allenatore italiano prenderà le redini della Fiorentina, tutto lascia presagire una soluzione immediata nel prossimo giugno con il nome più caldo che potrebbe essere quello di Di Francesco, pronto a lasciare il Sassuolo. Il futuro può attendere però per Antognoni che ha evidenziato i limiti della gestione Sousa: “Noi abbiamo la mentalità italiana, primo non prenderle. Con questo calcio palleggiato di sicuro vediamo tanti gol, ma non sai mai come finisce”.

Il calcio moderno di Paulo Sousa

Bastone e carota per l’ex Basilea: “E' un allenatore moderno. Ormai quel ruolo è cambiato molto, devi avere uno staff di fiducia notevole e l’allenatore diventa un coordinatore di tutti questi tecnici. Oggi fare il mister non è facile, fa effetto vedere così tante persone in campo. Quando andiamo fuori sono quasi più collaboratori che i giocatori: 20-21 contro 23. Tornando a Sousa secondo me ha fatto bene, quest’anno il risultato sta condizionando il giudizio ma se guardiamo il campionato da Fiorentina-Juve in poi la squadra ha sbagliato tre partite: col Borussia, col Torino e col Genoa. In tre tempi abbiamo finito per rovinare tutta una stagione".

Antognoni su Chiesa e Bernardeschi

Non solo Sousa per una Fiorentina che rischia di perdere anche le sue stelle più brillanti ovvero Chiesa e Bernardeschi. Antognoni ha un consiglio per il numero 10: “Berna e Chiesa? Loro due hanno un fascino particolare perché sono nati calcisticamente qui. Chiesa lo conoscevo dalle convocazioni in Under 19, non è un ragazzino è già adulto nonostante la giovane età. Ha fatto un salto incredibile, non è da tutti esordire a Torino contro la Juventus e poi confermarsi con una stagione così. Berna ha tutto per essere il prossimo capitano, ed è giusto che abbia la numero 10 sulle spalle. Ha personalità e qualità. Un consiglio? Di restare ancora qui, perché può crescere ancora molto. Poi per il futuro c’è tempo, d’altronde il calcio è cambiato e le tentazioni oggi sono addirittura mondiali. Per tutto questo ormai l’uomo bandiera è molto difficile da trovare, in qualsiasi squadra. Il business è di primaria importanza, sia per il club che per il calciatore a cui possono arrivare offerte incredibili".

La difesa del presidente Della Valle

Una cosa è certa, bisognerà ritrovare in casa Fiorentina la serenità perduta e il feeling smarrito tra curva e dirigenza. Antognoni prende le parti del presidente: “Devo dire che ho trovato molto scetticismo. Troppo. Io penso che un presidente con queste potenzialità sia difficile trovarlo in giro. Ai tifosi dico allora che farebbero bene a tenerselo stretto e non perché adesso sono qui. Certo qualche errore è stato commesso in passato e la presenza a Firenze potrebbe essere maggiore soprattutto per quanto riguarda Diego che ho visto una sola volta allo stadio a Milano. Però nella crescita di questo club mi pare sia stato fatto il massimo tenendo conto di quella che è la dimensione della Fiorentina. Qualcuno vorrebbe un trofeo, e la società ci è andata vicina più volte. Vincere però è un’altra cosa e non mi pare che in Italia ci riescano in tanti".

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