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Ancelotti verso l’addio al Real, il Milan sogna il grande ritorno

Il tecnico emiliano è sotto contratto fino al 2017: ma in caso di esonero a fine stagione, i rossoneri potrebbero offrire un contratto da 2,5 milioni che andrebbe ad aggiungersi al 5-6 di buonuscita versati dai blancos stessi. A tal proposito è sceso in campo il presidente Berlusconi che avrebbe telefonato personalmente al suo ex allenatore per provare a convincerlo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La fine della pista per Carlo Ancelotti al Real Madrid sembra ormai arrivata. Il tecnico emiliano, che appena lo scorso dicembre aveva firmato il rinnovo con il club castigliano fino al 30 giugno 2017, lascerà con ogni probabilità la guida della squadra al termine di questa stagione. I tifosi sono in subbuglio: già dopo la sconfitta contro lo Schalke per 0-2 al Santiago Bernabeu negli ottavi di Champions (ininfluente ai fini della qualificazione), gli hashtag che lo invitavano alle dimissioni si sprecavano. I risultati, quest'anno, non sono arrivati come si sperava: il Real Madrid ha vinto una Supercoppa Europea (2-0 al Siviglia) ed un Mondiale per Club (2-0 in finale al San Lorenzo), ma sono arrivate le sconfitte in Supercoppa di Spagna (2-1 complessivo contro l'Atlético Madrid), agli ottavi di Coppa del Re (sempre per mano dei colchoneros), poi in semifinale di Champions League (3-2 complessivo dalla Juventus), ed infine in campionato (vittoria matematica del Barcellona a due giornate dalla fine). Addio alle porte dunque per Carletto? Tutto potrebbe succedere anche il problema in caso di una risoluzione che gli permetterebbe di accettare un'altra proposta come magari quella del Milan, è quello legato alla buonuscita. A tal proposito secondo quanto riportato da Sky i rossoneri si sarebbero già mossi attraverso il celebre intermediario Bronzetti.

Uno strano destino, quello di Ancelotti, che lo scorso anno (il primo sulla panchina dei blancos), aveva vinto una Coppa del Re (2-1 agli eterni rivali del Barcellona) e soprattutto la Champions League più attesa, La Décima: quello stesso trofeo che non erano riusciti a conquistare i suoi predecessori, tra cui Mourinho. Un 2014 da antologia, ma che non è servito: la rottura è ormai fatta. Anche il caso relativo a Martin Ødegaard ha peggiorato i rapporti con la società: Perez voleva che il norvegese facesse il suo esordio in prima squadra ed in Champions League, per il tecnico italiano non era ancora pronto ed è rimasto a giocare in Primavera. I fatti hanno poi dimostrato che avesse ragione Ancelotti: il giovane centrocampista non è riuscito a fare la differenza neppure in Primavera, segnando una sola rete, collezionando una manciata di presenze e contribuendo (suo malgrado) al crollo della squadra, passata dal primo posto in Segunda B che sarebbe valso la promozione in Segunda, al nono posto, fuori anche dai playoff promozione.

La squadra, ufficialmente, è con lui. Ma ormai la spaccatura con i vertici è ampia, e difficilmente sarà rimarginata. Sempre ufficialmente, Ancelotti ha un contratto fino al 2017. Ma è ormai dato per certo il suo addio, così come l'arrivo di un nuovo tecnico (pare fatta per Klopp: contratto da 8 milioni l'anno fino al 2018, dicono i giornali spagnoli). Ed Ancelotti? Il tecnico ha sempre respinto al mittente le ipotesi che lo vedessero tornare in Italia, dove tra l'altro panchine da top club "libere" non se ne intravedono. Chiusa ovviamente ogni porta alla Juventus (dove Allegri ha cancellato anche il ricordo di Conte a suon di vittorie in meno di dodici mesi), le altre panchine appaiono già blindate: il Napoli spera di tenere Benitez, ma De Laurentiis ha già pronta l'alternativa (in pole Mihajlovic); l'Inter ha il suo Roberto Mancini, subentrato a Mazzarri ed attualmente intoccabile; la Roma attende di capire se giocherà o meno la Champions per decidere il futuro di Rudi Garcia. Resta però in piedi l'ipotesi Milan.

I rossoneri, e non è una novità, sognano da tempo il grande ritorno del tecnico di Reggiolo, che in otto anni a San Siro ha vinto uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa, due Champions League, due Supercoppe europee ed un Mondiale per Club (senza contare lo stuolo di trofei vinti da calciatore in rossonero). Ma il Milan degli tempi ha fagocitato molti allenatori: dallo sventurato Allegri (ultimo tecnico ad alzare un trofeo in rossonero), passando per Seedorf, ed arrivando ad Inzaghi. Tre tecnici in uno stesso anno solare (il 2014), un mini-record negativo. Anche per Inzaghi pare arrivato il momento di lasciare: la squadra veleggia lontana dalle qualificazioni alle coppe europee, ed a due giornate dalla fine è lontana anche dall'ottavo posto (sei punti), che avrebbe evitato i turni preliminari di Coppa Italia. Insomma, per il nuovo Milan si tratterà di ripartire davvero da zero o quasi, scendendo in campo già ad agosto per il terzo turno preliminare di coppa.

Ma come arrivare ad Ancelotti? Il tecnico di Reggiolo guadagna circa 8 milioni di euro netti a stagione al Real Madrid, che in termini di cifre lorde diventano circa 15,3 milioni di euro. Una cifra folle per il Milan. Tuttavia, se Ancelotti verrà messo alla porta, come riporta la Gazzetta dello Sport, il tecnico andrebbe a percepire una buonuscita di circa 5-6 milioni di euro. Che aggiunti ad uno stipendio di circa 2,5 milioni a stagione che il Milan andrebbe ad offrire, porterebbe ad avvicinarsi alla cifra che il tecnico guadagna attualmente a Madrid. Non va dimenticato, infatti, che il Milan dovrà pagare anche nella prossima stagione gli incassi di Seedord e di Inzaghi, i cui contratti scadranno il 30 giugno 2016, e che costeranno alle casse rossonere altri 9 milioni di euro. Nel frattempo però è sceso in campo direttamente il presidente Berlusconi che avrebbe telefonato personalmente ad Ancelotti per sondare le possibilità di un ritorno in grande stile al Milan. Un invito bello e buon per l'allenatore italiano che a cena avrebbe anche incontrato Bronzetti l'intermediario che potrebbe trattare con Perez la buonuscita del tecnico che dovrebbe tentare la tutt'altro che semplice impresa di risollevare le sorti dei rossoneri

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