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Ancelotti: “Troppo potere, i veri protagonisti sono i calciatori non i loro procuratori”

L’attuale tecnico del Bayern Monaco punta l’indice contro la eccessiva ingerenza degli agenti nel mondo del calcio.
A cura di Maurizio De Santis
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A Jorge Mendes, potente agente di mercato – il procuratore di Cristiano Ronaldo -, e Mino Raiola – l'uomo delle stelle da Pogba a Ibrahimovic – fischieranno le orecchie. Le big del calcio europeo nulla possono se al centro della mediazione non c'è la sapiente regia del ‘deus ex machina', il risolutore delle diatribe più ingarbugliate che tesse la tela e trasforma i contatti in contratti. Affari d'oro per tutti: sia per le commissioni incassate da chi ha la curatela dei giocatori (clamoroso il 20% riscosso in occasione della cessione del ‘polpo' al Manchester United), sia per i tesserati che beneficiano di accordi da mille e una notte, sia per i club che su quegli investimenti costruiscono gran parte delle fortune.

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Nell'intervista al tedesco ‘Die Welt' Ancelotti, attuale allenatore del Bayern Monaco, punta l'indice contro l'eccessiva influenza degli agenti nel mondo del calcio. "Molti hanno consegnato loro troppo potere. La parte più importante del calcio sono i calciatori, non i procuratori e nemmeno noi allenatori". Un attacco durissimo, diretto proprio come uno scatto di rabbia, quella che l'ex allenatore del Real Madrid spiega e differenzia. "Quella che scaturisce dalla mente può anche essere utile a chiarire le cose e a far sì che tutto l'ambiente ne benefici. Quella che viene dal cuore invece è incontrollabile".

E allora cita qualche aneddoto, ricordando le sue sfuriate. "Sono sempre state una cosa rara – ha aggiunto Ancelotti -. Beckham, Ibrahimovic, Ronaldo e Terry hanno assistito ad alcune e non sono rimasti impressionati perché inusuali rispetto al mio atteggiamento di sempre".

Ancelotti allenatore da top club

Dal Milan al Bayern Monaco la carriera di allenatore ha riservato grandi soddisfazioni ad Ancelotti, giunto in Germania dopo aver essere stato al timone anche di Chelsea e Real Madrid. "Questo club ha davvero una buona immagine, una lunga storia. La differenza sta tutta nella gestione affidata ad ex calciatori che hanno contribuito a rafforzare la tradizione del club e a creare un ambiente sereno e stabile come fosse una famiglia".

Quanto al Milan, Ancelotti ha fatto riferimento anche alla sua esperienza e al rapporto con il presidente, Silvio Berlusconi. "Sa dare la giusta carica a differenza di altri presidenti. Mi ha sempre e solo criticato quando giocavamo bene. Quando giocavamo male, ci sosteneva – ha concluso Ancelotti -. Nei momenti peggiori non ha mai alimentato certe situazioni però gli piace interferire".

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