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Ancelotti e l’incubo Liverpool: “Rividi quella finale e ruppi la tv”

L’ex allenatore del Milan ricorda ancora con dispiacere la finale di Champions persa a Istanbul nel 2005: “Non è vero che festeggiamo nell’intervallo. Quella è stata la mia miglior finale da allenatore. E ai rigori per noi era impossibile vincere”.
A cura di Alessio Morra
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Carlo Ancelotti nella prossima stagione allenerà il Bayern Monaco. E con i bavaresi proverà a fare ciò che ha fatto già in Inghilterra, Francia, Spagna e Italia, cioè vincere. Ancelotti a Monaco proverà a riportare la Champions, competizione con cui lui ha un feeling eccezionale. L’allenatore emiliano infatti ha vinto il trofeo due volte da giocatore e tre da allenatore. Ma una finale l’ha persa e quella sconfitta, quella con il Liverpool nella finale 2005, ancora lo fa soffrire. In un’intervista Ancelotti infatti ha dichiarato che l’unica volta che ha provato a rivedere quel match si è arrabbiato così tanto che ha finito per rompere il televisore: “Ho guardato quella partita, ma solo il primo tempo, perché nel secondo tempo ho rotto la televisione”.

Il Milan quella finale con il Liverpool di Benitez nel primo tempo la dominò e all’intervallo i rossoneri tornarono negli spogliatoi sul 3-0. Spesso si è detto che negli spogliatoi Sheva e soci iniziarono a festeggiare, Ancelotti smentisce quella versione e afferma di aver detto ai suoi calciatori di rimanere concentrati:

Ci sono state molte congetture riguardo la finale del 2005 ed è vero che eravamo contenti perché avevamo giocato molto bene nel primo tempo, ma eravamo concentrati anche per giocare la ripresa. Non festeggiamo durante l’intervallo, come parecchi hanno detto. Parlai con i giocatori per tre o quattro minuti dicendogli di ramifere concentrati. Dovevano giocare il secondo tempo come il primo.

La rimonta del Liverpool ancora oggi è quasi inspiegabile per Ancelotti, che subì tre gol in sei minuti. E quei maledettissimi sei minuti cambiarono la storia di quella finale, che il Milan poi riprese a giocare ed ebbe nei supplementari una grande occasione con Tomasson:

Ci furono sei minuti in cui non giocammo bene. Molti mi hanno detto che dovevo cambiare, ma non fu possibile. Al primo gol subito pensai: ‘Che sta succedendo’ ma non ebbi tempo di fare nulla, perché segnarono subito il secondo e il terzo gol. Poi la squadra riprese a giocare, apportai dei cambiamenti e la squadra giocò bene fino alla fine.

L’allievo di Sacchi afferma che quella finale è stata la migliore giocata da una sua squadra, ma nonostante ciò non è arrivato il successo. Perché quando sono arrivati ai calci di rigori i calciatori del Milan erano scarichi, mentre quelli del Liverpool erano più convinti dei propri mezzi:

Ho giocato tante finali da calciatore o allenatore e quella è stata la migliore che ho mai giocato. Non quella di Manchester, di Atene o di Lisbona, ma quella di Istanbul. La squadra giocò molto bene. Potevamo vincere prima dei rigori. Ma quando arrivammo ai calci di rigori fu impossibile vincere. I giocatori non erano più lucidi. Pensavamo come fosse stato possibile che dopo aver giocato così bene, la finale era ai rigori. Non avevamo la testa giusta per i rigori e perdemmo. Avevamo ottimi rigoristi, ma in quelle situazioni non si deve pensare solo alla tecnica. Se sei tranquillo e sicuro puoi calciare il rigore e segnare, se non lo sei è impossibile.

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