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Ambrosini e Niang: il vecchio e il nuovo Milan avanzano a testa alta verso il Camp Nou

Il capitano è l’ultimo ad aver vinto a Barcellona, il francesino potrebbe emulare Shevchenko e far piangere i tifosi blaugrana. Il Diavolo in Spagna con la convinzione di potersela giocare.
A cura di Alberto Pucci
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M'Baye Niang

Il sogno di Niang – Milan a Barcellona con l'emergenza in attacco al Camp Nou. Senza Pazzini e Mario Balotelli, Allegri avrebbe a disposizione le carte Bojan Krkic e M'Baye Niang. Per Bojan, sarebbe un ritorno a casa (anticipato?) davvero suggestivo: cento e passa apparizioni in maglia blaugrana, con tanto di 26 gol, non si dimenticano facilmente. Pare, comunque, difficile che Allegri scelga il piccolo talento cresciuto nella "cantera" di Pep Guardiola, così come pare "out" anche Robinho: chiuso, sempre più, dalla freschezza e dallo strapotere fisico di Niang. Ad oggi, le possibilità maggiori le ha proprio il francesino: unico giocatore che può dare un certo peso nel centro dell'attacco milanista. Con El Shaarawy largo a sinistra, e pronto a "spostarsi" sul destro (suo piede preferito), e Boateng a fare da "raccordo" tra centrocampo e attacco, Niang avrebbe la possibilità di partire centrale e sfruttare gli spazi che la difesa avversaria, non certo impenetrabile, lascerà inevitabilmente. Per l'ex giocatore del Caen, già decisivo all'andata sul 2 a 0 di Muntari, i novanta minuti sul prato del Camp Nou potrebbero essere l'occasione perfetta per mettere in mostra le sue qualità. I tifosi del Diavolo ci sperano e provano a farsi coraggio, ricordando il precedente di Andriy Shevchenko che, molti anni fa, con la maglia della Dinamo Kiev fece piangere il Barcellona. In quella magica serata, gli ucraini vinserò 4 a 0 con tre gol di Sheva, tutta Europa si rese conto del talento cristallino di Andriy. Ora, potrebbe toccare a Niang: al quale basterebbe un gol, martedi sera, per entrare nella storia di questa Champions League.

Milan - Barcellona

Highlander Ambrosini – Lo splendido stadio di Barcellona non finirà mai di evocare la "famosa" notte del 24 Maggio 1989. Tutto ebbe inizio in quella calda serata catalana. Da quel risultato così largo (tanto da non sembrare "vero"), il tifoso del Milan capì che il progetto di Silvio Berlusconi avrebbe potuto regalare emozioni anche al di fuori dei confini italiani. Oggi, a distanza di molti anni, Barcellona rimane lo "snodo" principale di tutti i sogni di vittoria del club di Via Turati. Non sarà facile e, i precedenti, sono lì a ricordarcelo. Il Milan, infatti, non vince al Camp Nou da oltre dieci anni: da quella vittoria (Settembre 2000), targata Coco e Bierhoff, il Diavolo ha ottenuto due pareggi e due sconfitte. La più recente, risale proprio alla stagione scorsa quando, nei quarti, la doppietta della "Pulce" ed il gol di Iniesta imbarcarono i ragazzi rossoneri sul primo volo di ritorno per Milano. Da Gheorghe Hagi (ex Steaua, ma anche blaugrana) a Lionel Messi, c'è una bella differenza. Così come è evidente la differenza tra il Milan di Sacchi, che riuscì a riempire il Camp Nou di tifosi rossoneri, e quello attuale di Massimiliano Allegri. Paradossalmente, c'è una linea sottile che, invece, lega questo Milan all'ultimo che "sbancò" il tempio catalano. Martedi sera, come successe esattamente nel Settembre del 2000, a comandare il centrocampo rossonero ci sarà ancora Massimo Ambrosini: l'ultimo "highlander" di una dinastia di lottatori che, ormai, non abita più dalle parti di Milanello. Allegri come Zaccheroni? In molti ci sperano. Di certo, non se lo augurano i supporters blaugrana che, dopo la vittoria in Liga contro il Deportivo, hanno tirato un sospiro di sollievo. Anche Messi e compagni sono pronti alla battaglia. "Animo Barca" è il titolo più gettonato dai giornali catalani e non. L'ambiente è carico, la squadra pure. Messi, ieri entrato nel corso della partita, dopo aver parlato molto si è dedicato a ciò che sa fare meglio: far gol. Quello rifilato al povero Depor è il numero 40, il diciassettesimo consecutivo in stagione. La speranza è che l'argentino, martedi prossimo, si possa prendere una serata di assoluto riposo. Se la merita lui, così come se la meritano le "coronarie" dei tifosi del Milan!

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