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Allegri vince con il 4-2-fantasia, Lazio che flop

La Juventus sorprende la Lazio con tre attaccanti più Cuadrado e Pjanic e Khedira a far la differenza in mezzo al campo. Brutta prestazione per i biancocelesti.
A cura di Mirko Cafaro
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Una frase celebre di Gianluca Vialli recita: "La Juve non perde mai: o vince, o impara qualcosa". L'ennesima dimostrazione di forza, dopo il pesante e inatteso ko con la Fiorentina, si è avuta in occasione della 27esima vittoria consecutiva allo Stadium, nel big match contro la bella Lazio di Inzaghi di quest'anno. Un 2-0 che non ammette repliche, raggiunto con una mossa a sorpresa: il 4-2-3-1 scelto da Allegri con il tridente supportato da Cuadrado e Pjanic. Una mossa che ha permesso di mettere sotto i biancocelesti sin dalle prime battute e nel secondo tempo ha permesso di controllare agevolmente la partita, sfiorando a più riprese il tris, soprattutto con Dybala.

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Che giocata Allegri, Khedira ago della bilancia

  1. Cambio di modulo Juve e atteggiamento. Allegri sorprende tutti – Inzaghi e giocatori della Lazio in testa -con un modulo iper-offensivo: Higuain, Dybala, Mandzukic e Cuadrado in campo insieme con Pjanic e Khedira a far schermo davanti alla difesa. Un 4-2-3-1 che ricorda il "4-2-fantasia" di brasiliana memoria o il Real di Zidane, Beckham e Ronaldo. Difficile dire se stia per cominciare una nuova era, ma il sistema è reso possibile solo dall'attenzione tattica dei bianconeri e dalla predisposizione al sacrificio di tutti e in particolar modo degli attaccanti. Vedere Higuain ripiegare sulla trequarti difensiva per coprire le spalle a Lichtsteiner e Cuadrado è un segnale, ma tutta la squadra in generale ha risposto con entusiasmo e partecipazione alla novità.
  2. Khedira ago della bilancia. Se la Juve può permettersi le cinque punte è soprattutto grazie al ritorno del tedesco su livelli ottimali. Equilibratore del gioco, si sacrifica per due, si propone come riferimento costante per la difesa e non manca mai una giocata in interdizione. Indispensabile e stoico, visto che gioca tutto il secondo tempo con una fasciatura pesante alla testa.
  3. Milinkovic-Savic mai domo. Il nazionale serbo è l'unico a farsi vedere dalle parti di Buffon nel primo tempo (tiro che finisce a lato di pochissimo) e sempre l'ultimo ad arrendersi. Giocatore totale, in grado di coniugare le due fasi e di rendersi molto pericoloso in attacco (già 4 gol quest'anno). È del '95, ma è già alla quarta stagione da pro, fossimo nella Juve ci faremmo un pensierino per colmare il vuoto lasciato da Pogba.

Difesa della Lazio in bambola, Biglia che flop

  1. Difesa Lazio passiva. Se l'atteggiamento dell'attacco juventino ha fatto la differenza in positivo, il rovescio della medaglia è l'approccio dei biancocelesti. Squadra molle e sorpresa dall'aggressività degli avversari. Sul primo gol di Dybala, Marchetti non è perfetto, ma nessuno davanti a lui fa nulla per evitare la combinazione in assoluta tranquillità con Mandzukic. Anche peggio quel che accade in occasione del raddoppio: Cuadrado non trova opposizione sulla sua fascia e arriva al cross sul quale Higuain interviene indisturbato beffando De Vrij e Wallace.
  2. Biglia che bocciatura. La sua sostituzione all'inizio del secondo tempo non è un buon segnale per la Lazio. Spento, poco incisivo in fase di impostazione e del tutto sovrastato da Khedira. È in calo e la squadra ne sta risentendo parecchio.
  3. Chiellini e la sicurezza perduta. Dopo il flop contro la Fiorentina (insieme al resto della squadra, va detto), Allegri lavora da fine psicologo, insiste su di lui rinunciando a un totem del calibro di Barzagli e riesce a farlo rimontare in sella. Per tutta la gara, però, il Chiello non regala mai una sensazione di sicurezza e tranquillità.
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