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Allegri-Juventus, una storia d’odio sfociata in amore: da Pirlo ai gol fantasma

Ai tempi del Milan preferì Van Bommel ad Andrea Pirlo che oggi ritrova vincente e titolare alla Juve. E nel 2012 i gol non visti di Muntari e Robinho certificarono l’anti-juventinità del tecnico livornese. Che oggi sposa il bianconero per i prossimi 2 anni.
A cura di Alessio Pediglieri
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Allegri è il nuovo allenatore della Juventus per il dopo Conte. L'accordo è stato siglato a poche ore dalle dimissioni del tecnico che ha vinto gli ultimi tre scudetti in bianconero e verrà presentato oggi allo JStadium tra lo stupore generale soprattutto di tifosi che mal stanno digerendo l'addio del loro condottiero e l'arrivo di colui che fino a qualche giorno fa era semplicemente un nemico giurato della Juventus. Per un passato recente in rossonero in cui non ha mai lesinato frecciate e accuse alla società bianconera dove ritroverà, tra i tanti punti interrogativi, anche quell'Andrea Pirlo che proprio Allegri spinse lontano dal Milan strappando un rapporto che il ‘Professore' negli anni successivi confermò essere arrivato ai minimi termini sia umani che professionali. Ma la società bianconera ha scelto: proprio Allegri guiderà i bianconeri nei prossimi due anni, con un contratto da due milioni di euro più bonus, identificando in lui l'allenatore giusto per fare il salto di qualità soprattutto in Europa, il grande tallone d'Achille della presidenza Agnelli.

2011: Pirlo allontanato dal Milan di Allegri

Allegri alla Juventus fa storcere il naso ai tanti bianconeri che vedevano proprio nell'allenatore toscano l'emblema dell' "antijuventinità" dichiarata, al pari di altri rivali storici come Roberto Mancini, Zdenek Zeman, Josè Mourinho. E alla Juventus, Allegri ritroverà uno dei suoi più accesi nemici, Andrea Pirlo che ai tempi del Milan in favore di Muntari e Van Bommel fu preferito dal tecnico di Livorno. Era il 2011 e per al ‘Professore', ritenuto oramai alla fase conclusiva della sua logorante carriera, era stato proposto un ruolo da comprimario rifilandolo sulla corsia esterna di centrocampo, ruolo mai gradito al genio d Brescia che saltò il fosso e approdò alla Juventus, per la gioia dei cuori bianconeri. Mai scelta fu più sbagliata e lo dimostrano le tre stagioni successive durante le quali Pirlo, che all'epoca del divorzio dal Milan di anni ne aveva 32 appena compiuti, ha guidato la Juventus alla conquista di tre scudetti ed è stato perno della nazionale di Prandelli nella fortunata esperienza dell'Europeo del 2012, nella Confederations 2013 e al Mondiale del Brasile.

2012: la stagione dell'anti-juventinità dichiarata

I più attenti, però, non hanno dimenticato nemmeno che il tecnico toscano non è mai stato filo juventino. Impossibile guidando il Milan, certo, però nelle dichiarazioni nelle varie conferenze stampa, non è mai mancato un po' di pepe nei confronti di Antonio Conte, colui che andrà a sostituire, e Beppe Marotta, colui che lo farà firmare e con cui dovrà discutere del mercato e di scelte tecniche ben precise da parte della dirigenza. L'apice era stato toccato nell'estate del 2012 alla presentazione della nuova stagione del Milan sull'atavico problema del numero di scudetti vinti dai bianconeri. Allegri si espresse così: "Secondo me sbagliano tutti. Io dico che sono 31. Non vedo perché la Juventus non conti anche quello conquistato vincendo il campionato di serie B…". Tanti gli esempi da poter riportare come in occasione della panchina d'Oro data ad Allegri nel marzo del 2012 quando il tecnico allora del Milan, sferzò veleno sui bianconeri:  "Marotta? Da oggi chiederò a lui il permesso di parlare in carta bollata. Buffon? Si gioca ogni tre giorni, capita spesso di rimangiarsi quanto appena detto. Meglio stare zitti" Mentre in quel periodo impazzavano sui social i commenti al vetriolo della sua compagna, Gloria Patrizi

I gol-fantasma pro bianconeri

Fino ai gol-fantasma che hanno costellato i veleni tra Milan e Juventus, quello a Sulley Muntari che scatenò settimane di critiche e reciproche accuse con Allegri mai tenero nei confronti della Juventus e dei favori arbitrali verso la Vecchia Signora che ‘scippò' l'allungo decisivo nella corsa allo scudetto proprio ai rossoneri nel match diretto e quello di Robinho in Catania-Milan, altra pietra miliare dell'ira di Allegri che mai negò la sua insofferenza a guardare verso la Torino bianconera: "Il gol-fantasma di Robinho era difficile da vedere, ma è gol. Non è questione dell'arbitro, è questione che tanta gente parla quando dovrebbe stare zitta. Qualcuno, e mi riferisco a Marotta, ha dichiarato di volere dei vantaggi; noi abbiamo subito episodi sfavorevoli in cinque partite, gol di Muntari compreso che vale per tutto il campionato. Noi non facciamo mai polemica, ma poi gli altri tornano a parlare degli arbitri e a questo punto lo faccio anch'io".

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