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Alessandro Nesta, il prototipo del difensore moderno

L’ex capitano della Lazio e bandiera del Milan ha affrontato e fermato diverse tipologie di attaccanti dimostrandosi uno dei migliori nel suo ruolo per almeno un decennio. La sfortuna ha fermato la sua ascesa con la maglia Azzurra ma Nesta è riuscito a ricevere le giuste onorificenze anche fuori dai confini nazionali.
A cura di Vito Lamorte
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Testa alta e palla al piede. Alessandro Nesta nell'immaginario degli appassionati di calcio è uno dei difensori più forti dell'epoca a cavallo tra la fine del 1900 e l'inizio degli anni 2000. Elegante, preciso, puntuale e dotato di buona tecnica, il difensore romano ha ricevuto diversi attestati anche a livello internazionale come l'inclusione nel FIFA 100 del 2004, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi redatta da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della Federazione internazionale; e il quinto posto nella classifica del Pallone d'oro nel 2000. Nesta è diventato un termine di paragone, oltre che un idolo, per le nuove generazioni che si affacciano sui campi del calcio che conta.

Gli inizi. Tutto è cominciato nell'U.S. Cinecittà e mostrò subito doti non comuni, tanto che Francesco Rocca, collaboratore della Roma, segnalò questo giovane talento al presidentissimo giallorosso Dino Viola. Il numero 1 della Roma non perse tempo e mise sul tavolo 10 milioni di lire che erano una cifra enorme per quei tempi e per l'età del ragazzo. Papà Giuseppe titubò di fronte a un'offerta del genere ma la sua fede laziale fu molto più forte e rispedì l'offerta al mittente. A quel punto telefonò alla Lazio e chiese se il figlio poteva sostenere un provino e, sul campo di San Basilio, Alessandro superò l’esame ed entrò a far parte della famiglia della S.S.Lazio.

Il capitano

Nesta iniziò come ala destra, poi venne spostato sulla linea difensiva. Iniziò così a mostrare a tutti il suo talento ma sempre in silenzio, senza troppe chiacchiere. Alessandro nella sua carriera è stato molto sfortunato perchè è sempre stato preda di guai fisici e i primi arrivarono quando, in una stagione, crebbe di 22 centimetri e questo gli creò scompensi alle anche, infiammazioni alla spina dorsale e alle ginocchia. Dopo aver superato questa fase, il giovane romano esordì con la maglia biancoceleste il 13 marzo 1994, in un Lazio – Udinese terminato 2-2, prendendo il posto di Pierluigi Casiraghi. Quell'anno totalizzò 2 presenze e l'anno dopo 11. Nel 1995/1996 divenne uno dei punti fissi della squadra di Zdenek Zeman che lo spostò da terzino destro a centrale e Nesta iniziò a mostrare il suo bagaglio sui campi della Serie A. Lo stesso Nesta ha affermato che uno dei tecnici che l'hanno formato di più è stato il boemo.

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L'età dell'oro. Nel 1997/1998 iniziò l'epoca d'oro per la Lazio. Nesta è diventato titolare fisso della squadra che è nelle mani di Sven Goran Eriksson si toglie lo sfizio di fare gol (ne ha realizzati 13 in tutta la sua carriera) nella finale di ritorno di Coppa Italia contro il Milan riportando il titolo nella capitale dopo 40 anni di assenza.

https://www.youtube.com/watch?v=6mXtrHoxsxI

Per il ragazzino che fino a qualche anno prima giocava nelle giovanili si tratta di un sogno: segnare e vincere un titolo con la sua squadra del cuore. Un titolo che, come sappiamo, fu solo il primo di una lunga serie. Nesta diventa capitano della Lazio e dopo la delusione del 1998/1999 con lo scudetto sfumato all'ultima gara, in parte addolcita dalla vittoria della Coppa delle Coppe contro il Mallorca di Hector Cuper e della Supercoppa Europea con il Manchester United, vince il tricolore l'anno successivo da protagonista. La rimonta e l'assegnazione del titolo all'ultima giornata in un Olimpico in attesa del triplice fischio a Perugia sono ancora stampate nelle menti dei tifosi laziali. Nesta venne ribattezzato dai tifosi della Lazio il “Ministero della Difesa” e gioca alla grande. Un ragazzo normale che dopo la partita andava dal papà per chiedergli com’era andata.

10 marzo 2002: un derby da dimenticare. La giornata più brutta da calciatore della Lazio Nesta la vive nel derby di ritorno della stagione 2001/2002. Il capitano della squadra biancoceleste al centro di diverse voci di mercato a causa dei problemi finanziari della società è stato accostato a diverse squadre e, come lo stesso Alessandro confermò successivamente, aveva avuto diversi incontri con i dirigenti che l'avevano avvertito di un'eventuale cessione nella sessione estiva. Quella sera Nesta giocò solo 45′ ma furono i più brutti della sua carriera: Montella sbucava da tutte le parti e in pochi minuti l'aeroplanino giallorosso siglò una tripletta. Quel derby passò alla storia per le quattro reti siglate dal numero 9 della Roma (prima volta in un derby) e per il cucchiaio da 25 metri di Totti. Lì si inceppò il rapporto con i tifosi: “il capitano che abbandona la nave non ci merita”.

Un romano a Milano

Nell'ultimo giorno di mercato, la famosa “zona Galliani”, dell'estate del 2002, Alessandro Nesta venne acquistato dal Milan. La Lazio era sull’orlo del fallimento e fu costretta a svendere tutti i propri campioni per fare cassa e risanare i debiti. Nesta, come ha ribadito anche in seguito, non voleva abbandonare la sua Lazio in difficoltà e non vuole abbandonare i suoi tifosi ma fu costretto ad accettare l’offerta del Milan.

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La parentesi milanese iniziò con una presentazione da vera star e per uno come lui, che ha sempre evitato i riflettori, era molto inconsueto. Alessandro trovò una squadra molto forte e competitiva e già al primo anno in rossonero vinse la Champions League, nella finale tutta italiana con la Juventus, e la Coppa Italia contro la Roma. Un inizio niente male.

https://www.youtube.com/watch?v=jjYPOj2hros

L'anno successivo arrivarono anche lo scudetto e la Supercoppa Europea. Qui inizia il calvario del difensore del Milan. I primi problemi alla spalla lo portano a saltare quasi completamente la stagione 2006-2007 e la lunga riabilitazione svolta a Miami ma Nesta ritornò per giocare la fase conclusiva e cruciale della stagione, dove ha dato il suo contributo per la conquista del quarto posto e ha contribuito alla vittoria della finale della Champions League 2006-2007 ad Atene contro il Liverpool, nella rivincita del 2005.

https://www.youtube.com/watch?v=xLeF5olZhfE

Il 16 dicembre 2007 partecipò con un suo gol alla festa rossonera nella finale di Coppa del mondo per club a Yokohama contro il Boca Juniors.

L'anno dopo un infortunio alla schiena impedì a Nesta di svolgere la regolare preparazione fisica con i compagni e anche di essere a disposizione di Ancelotti. La serietà dell'infortunio e i lunghi tempi di recupero lo videro escluso anche dalla lista dei 25 giocatori utilizzabili per la Coppa UEFA 2008-2009. Nesta decise di tornare a farsi curare nuovamente a Miami, dove già due anni prima era stato seguito per l'infortunio alla spalla, con l'obiettivo di evitare un intervento chirurgico ma niente da fare: il 17 febbraio si fece portare all'ospedale dalla moglie e si fece operare. L'unica partita ufficiale disputata nella stagione 2008-2009 è stata il 31 maggio 2009 nell'ultima giornata di campionato contro la Fiorentina, nel giorno dell'addio al calcio di Paolo Maldini.

Riesce a vincere ancora uno scudetto e una Supercoppa Italiana prima di dire addio al Milan all'età di 36 anni. Nesta lasciò la squadra rossonera dopo 325 partite e 10 gol. Senza far rumore. Alla sua maniera. Una conferenza stampa con un sorriso sempre presente sul viso ma allo stesso tempo diretta.

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Nesta e la Nazionale

Il rapporto tra Alessandro Nesta e la Nazionale italiana è stato a dir poco burrascoso. Tre infortuni gli hanno impedito di essere protagonista nelle competizioni mondiali del 1998, del 2002 e del 2006. Addirittura si narra che il giovane Nesta nel 1990 rimase fuori dai sorteggi per i racchetta palle della rassegna calcistica che si teneva in Italia. Tra le esperienze più belle con la maglia azzurra del centrale romano c'è sicuramente l'Europeo under 21 vinto a Barcellona contro la Spagna.

Subito dopo l'esperienza in terra spagnola Alessandro entrò a pieno titolo nel giro della Nazionale A e fece parte del gruppo che partecipò all'Europeo del 1996 in Inghilterra senza mai scendere in campo. Due anni dopo doveva essere una delle sorprese del mondiale francese ma la mala sorte si accanì sul giovane difensore: in uno scontro con Pfeifenberger il ginocchio di Nesta ha fatto crack. Mondiale finito.

Due anni dopo è uno dei protagonisti nella cavalcata della rappresentativa azzurra di Dino Zoff all’Europeo del 2000. L'Italia arrivò in finale contro la Francia ed era in vantaggio fino a pochi secondi dalla fine quando Wiltord pareggiò. Al golden gol David Trezeguet regala la coppa ai transalpini.

https://www.youtube.com/watch?v=MEGzpTQhNg0

Nel 2002 si infortunò di nuovo: il piede si gonfiò e lo stop si prolungò perché Nesta giocò nonostante il problema all'osso del dito. L'ultima competizione a cui ha partecipato Nesta con la Nazionale è il Mondiale del 2006. Dopo aver disputato le prime due gare contro Ghana e USA si fa male contro la Repubblica Ceca. Al suo posto entrò Marco Materazzi, che poi risultò decisivo segnando due reti ed uno dei rigori contro la Francia in finale.

La sua ultima presenza con la maglia della Nazionale è stata l'11 ottobre 2006 a Tbilisi in Georgia-Italia (1-3), valida per le qualificazioni all'Europeo 2008. Il primo agosto 2007 Alessandro Nesta ufficializzò la decisione di abbandonare la maglia azzurra per problemi dovuti ai tempi di recupero dagli infortuni. Le esperienze in Canada e in India sono marginali in una carriera che lo ha visto trionfare a tutte le latitudini calcistiche. Nell'esperienza ai Montreal Impact ha ritrovato vecchie conoscenze del calcio italiano come Marco Di Vaio, Bernando Corradi e Matteo Ferrari mentre in quella al Chennaiyin ha ritrovato Marco Materazzi come compagno e allenatore. Il 16 dicembre 2014 decide di ritirarsi definitivamente dall'attività agonistica.

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Quella di Nesta non è la classica storia del calciatore famoso ma è il racconto di un ragazzo che ha sempre giocato mettendo in campo valori come l’impegno, il sacrifico, la costanza e la determinazione. Alessandro nonostante i suoi innumerevoli infortuni ha dimostrato che non bisogna mai arrendersi. L'ex capitano della Lazio e bandiera del Milan ha vinto tanto e grazie alle sue doti calcistiche si è fatto amare e rispettare non solo dai suoi tifosi, ma anche dai propri avversari.

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