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Agnelli si gode il super fatturato da 388 milioni: “Juve, vinciamo ancora”

Il presidente in occasione dell’assemblea degli azionisti bianconeri fa il punto sulla situazione del club e traccia la rotta per il futuro.
A cura di Marco Beltrami
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Dimenticare in fretta il ko contro il Milan e riprendere la strada per le vittorie in Italia e in Europa. E’ questo l’imperativo in casa Juventus, ribadito indirettamente anche dalle parole del presidente Agnelli in occasione dell’assemblea degli azionisti della Juventus. Un’occasione d’oro per rivivere i recenti successi della società in campo e fuori, confermati dalla conquista del quinto scudetto consecutivo e della Coppa Italia e di un bilancio da record con 387.9 milioni di fatturato.

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Mai smettere di guardare avanti e con ambizione per Agnelli che vuole mettere in bacheca il sesto titolo di fila in Serie A e quella Champions che manca da vent’anni: “Non bisogna vivere per i successi avuti ma per quelli che verranno. Viviamo per il prossimo successo, che sappiamo essere il più bello e difficile da raggiungere. Vogliamo continuare a vincere ed eccellere. I prossimi due o tre anni lasceranno la Juve in posizione di competitività internazionale".

La situazione del calcio internazionale

Per fotografare al meglio la situazione della Juventus a livello economico è imprescindibile per Agnelli proporre agli azionisti un’analisi della situazione complessiva del pianeta calcio: “C'è stata una crescita economica del 25%, il nostro settore non conosce crisi, il calcio è in continua espansione. Parlando del mercato televisivo: la Bundesliga ha avuto un incremento dell'83%, la Premier League del 71%, la Liga del 50%. Con la Juve siamo passati da 172 a 388 milioni di fatturato, portando le plusvalenze da -26 milioni a +52 milioni e il risultato netto da -95 milioni a 4,1 milioni di utile".

Italia, ultimo vagone di prima classe

Il patron però ancora una volta ha evidenziato la necessità di fare il salto di qualità del calcio italiano che deve passare dall’affrontare in fretta i temi sugli stadi di proprietà, i campionati con le seconde squadre e le riforme degli stessi. L’Italia deve necessariamente crescere: “C’è una progressiva polarizzazione del calcio europeo: 8 club fatturano oltre 400 milioni, noi e il Liverpool tra 300 e 400 milioni, 4 club tra 200 e 300 milioni e 10 club tra 150 e 200 milioni. Real Madrid e Barcellona hanno annunciato investimenti complessivi per un miliardo di euro per Santiago Bernabeu e Camp Nou. Noi siamo nella terra di nessuno, a metà strada tra l'ultimo vagone di prima classe e primo di seconda: il rischio è di rimanere intrappolati a metà".

Aprire a nuovi mercati

Una delle soluzioni potrebbe essere quella di aprire a nuovi mercati. Una strada che la Juventus ha già intrapreso secondo Agnelli: “Dobbiamo guardare a Est e Ovest dell'Europa. Lavoriamo per l'Oriente dalla finale di Supercoppa dell'anno scorso a Shanghai, dedicando grandissima attenzione e raccogliendo primi frutti sul bilancio di quest'anno. La scorsa stagione, a parte la finale di Champions, le due sfide tra Juve e Bayern Monaco sono state le partite più viste in Cina. E dal 2017 lavoreremo per l'America. L'obiettivo è fare sì che la Champions diventi l'evento sportivo più seguito al mondo. Ci sono ancora margini per far crescere ulteriormente la competizione. Ci sono 1.8 miliardi di fan di calcio e soli 150 milioni per il football americano, la finale di Champions ha un'audience maggiore rispetto al SuperBowl, ma la Champions fattura 2.4 miliardi e la NFL quasi 7”.

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