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Agente pubblica video del passaporto di Messi. Finisce in carcere

Poliziotto di Dubai condannato a un mese di carcere per aver filmato col telfonino e poi pubblicato su Snapchat il video che immortala documenti personali della Pulce.
A cura di Maurizio De Santis
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Un mese al fresco per aver pubblicato online un video che mostrava dettagli del passaporto di Lionel Messi. Il poliziotto che a Dubai s'è lasciato prendere la mano dall'entusiasmo per aver incontrato il fuoriclasse argentino non dimenticherà la sciocchezza commessa in un momento di debolezza. L'agente degli Emirati Arabi paga con 30 giorni di carcere quell'eccesso di gioia per aver incrociato, sia pure per pochi minuti, il campione del Barcellona e dell'Argentina, cinque volte Pallone d'Oro, star del calcio internazionale. A rilanciare la notizia dell'avvenuta condanna è stato il tabloid inglese, The Indipendent, che ha raccontato del processo e della punizione inflitta all'uomo che aveva realizzato la breve clip (una decina di secondi) con il telefonino e poi l'aveva posta sui Social Network attraverso Snapchat. Tanto è bastato per mettersi nei guai.

Quando s'è verificato l'episodio? Il fatto risale allo scorso mese di dicembre quando la stella sudamericana si recò a Dubai per partecipare (ed essere premiato) al Globe Soccer Awards, una sorta di Oscar del calcio internazionale, cerimonia ospitata negli Emirati Arabi. Fu allora che, trovatosi Messi di fronte al box del controllo passaporti, non ha resistito alla tentazione e deciso di immortale quel momento con quelle immagini che lo hanno spedito sul banco degli imputati. "Ecco Messi a Dubai… Che dovrei fare ora? Bruciare il suo passaporto o lasciarlo andare?… Lo lascio andare", racconta divertito l'agente in pochi secondi di video che il tribunale ha considerato prova di reato per aver violato la legge sulla privacy.

Il poliziotto, pentito, ha provato anche a giustificarsi. "Ho atteso che arrivasse Messi perché volevo scattare una foto con lui – ha ammesso l'agente ai media locali -. Le sue guardie del corpo, però, mi hanno detto che non sarebbe stato possibile perché era stanco e non aveva voglia di scattare foto. Così, al momento del controllo passaporti, quando ho visto il suo documento l'ho aperto e realizzato realizzato un video con il mio telefono… però non so proprio come sia andato a finire in Rete. Era solo uno scherzo, non ho mai fatto una cosa del genere finora. E non lo farò più". Un mese in cella gli servirà per meditare su quella bravata.

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