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2006-2015: nel segno di Mancini, l’Inter si prepara ad aprire un nuovo ciclo

Roberto Mancini assicura: il gap con la Juventus si è ridotto notevolmente e i tifosi ritornano a sognare come nell’estate del dopo Calciopoli quando, sotto le direttive del tecnico jesino, i nerazzurri aprirono al ciclo vincente che portò al Triplete. Oggi come allora, arrivarono tanti campioni: ecco il confronto, da Vieira a Kondogbia, da Ibrahimovic a Icardi. E’ tornata la Grande Inter?
A cura di Alessio Pediglieri
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Correva l'estate 2006, l'Italia del calcio veniva colpita dallo tsunami di Calciopoli, la Nazionale di Marcello Lippi trionfava nel suo quarto Mondiale in Germania contro la Francia e nasceva la Grande Inter 2.0. Quella targata Roberto Mancini che, complici i ridimensionamenti delle storiche avversarie per lo scandalo, ritornava ad imporsi dentro e fuori dal campo, protagonista di una campagna acquisti imperiosa e di futuri risultati che la porteranno a paragoni importanti con quella degli anni '50 del Mago Herrera conquistatrice dell'Europa che conta e del Mondo. Oggi, a distanza di 9 anni da quell'estate si ritorna a parlare di Grande Inter, sempre sotto l'egida di Roberto Mancini, ancora una volta con una campagna acquisti faraonica. Non ci sono i Mondiali, non c'è alcun ridimensionamento avversario, ma l'aria che si è tornati a respirare ad Appiano è quella delle grandi vigilie. Ed è così che si può, in attesa del verdetto del campo, iniziare a parlare di Inter 3.0

Trait d'union: Mancini

I parallelismi ci sono così come i fili conduttori che legano questo mercato con quello del 2006. Il collante è ovviamente il tecnico in panchina, Roberto Mancini a suo tempo arrivato per costruire qualcosa di importante e capace di ridare al club trofei che mancavano da anni, come la Coppa Italia e il Campionato. Ridando ai giocatori e all'ambiente una mentalità vincente che poi sbocciò nello storico 2010 con Mourinho, l'autore del Triplete interista.Oggi, Mancini è ancora al timone, ancora una volta sta ottenendo i giocatori che desidera per il suo progetto e poco conta se ieri doveva confrontarsi con Moratti e oggi con Thohir.

Mercato da campioni

I giocatori, appunto, coloro che alla fine fanno la differenza sempre e comunque. In bene e in male. Sono loro che scendono in campo ogni domenica, che giocano, vincono e perdono. Tutto il resto è cornice, folklore, atmosfera. E proprio i giocatori di oggi richiamano per molti versi quelli di quel periodo aureo che i tifosi sperano di rivedere già da settembre. In quell'estate di 9 anni fa arrivarono 9 nuovi giocatori che cambiarono la struttura della squadra profondamente. Due difensori laterali, Maicon dal Monaco per 6 milioni, Fabio Grosso dal Palermo per 6,5 milioni; tre centrocampisti, Vieira per 9,5 milioni dalla Juventus, Dacourt dalla Roma a parametro zero, Mariano Gonzalez in prestito dal Palermo; due attaccanti: Ibrahimovic per 24 milioni dalla Juventus e Crespo, dal Chelsea con prestito con diritto di riscatto.

La stagione dei successi

Innesti pesantissimi su una rosa che aveva già dei punti fermi ben precisi: Cordoba, Zanetti, Samuel, Materazzi, Stankovic, Figo, Cruz, Julio Cesar. Tutti giocatori di prima qualità per una formazione titolare che si rafforzò prima sulla carta e poi sul campo andando a vincere subito scudetto e Coppa Italia. Insomma, una scommessa vincente che cambiò pelle e mentalità ad un ambiente da sempre schiacciato dal complesso di inferiorità nei confronti della Juventus, retrocessa in Serie B. Un problema che si è presentato anche in questi ultimi anni con i bianconeri vincenti e i nerazzurri perdenti. Fino ad oggi, con una campagna acquisti da mille e una notte.

Inter 2006 vs Inter 2015

DIFESA – Montoya, Murillo e Miranda hanno rifondato la difesa. Oggi ne sono arrivati tre, nel 2006 ne bastarono due: Maicon e Grosso. Ma allora il reparto difensivo con la linea Zanetti, Materazzi, Samuel, Cordoba era pressocchè intoccabile rispetto all'attuale D'Ambrosio, Ranocchia, Vidic, Juan Jesus. Ma anche in questo caso, il discorso non cambia: allora si lavorò sulle fasce, oggi sui centrali, in entrambi i casi con giocatori di qualità comprovata.

CENTROCAMPO – Il nuovo fenomeno Kondogba ricorda da vicino Patrick Vieira. Non solo per un ruolo in campo dove verrà chiamato a non fallire per il bene del progetto, quanto per personalità e caratteristiche tecniche: nel 2006 l'ex Juventus arrivò in nerazzurro nel pieno della sua maturità, tutti ne conoscevano le qualità e la potenza; oggi il connazionale proveniente dal Monaco ha tutto per sfondare nel calcio internazionale, considerato tra i 4-5 giocatori più forti nel suo ruolo.

ATTACCO – Infine l'attacco. Oltre a Hernan Crespo dal Chelsea, arrivò soprattutto Zlatan Ibrahimovic che rifiutò la serie B per la gloria nerazzurra. Un autentico trascinatore su cui si costruirono le fortune di Mancini. Oggi un Ibrahimovic non c'è e non è arrivato e forse non ce n'è bisogno perché se allora la scommessa Balotelli si rivelò ben presto un bluff, Mauro Icardi si sta confermando leader indiscusso del reparto offensivo. Se non per personalità o caratteristiche tecniche ricorda molto Zlatan soprattutto per l'incisività sotto porta e la capacità di trascinare il gruppo alla vittoria.

Ecco, così, un raffronto tra l'Inter 2006 e questa del 2015, fermo restando che il mercato non è ancora concluso e sulla trequarti arriverà qualche novità importante, come ad esempio l'egiziano Salah che radiomercato vorrebbe già in nerazzurro anche se prima dovrà risolvere la questione con la Fiorentina. A voi la scelta di decidere su quale delle due formazioni titolari pende la vostra preferenza.

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